“Renzi e Salvini poco serio”: Di Maio frena sulle trattative

Annalisa Cuzzocrea

Quanto possono essere lunghi quarantacinque mesi? Quanti strascichi possono lasciare tre anni e mezzo di trattative, strategie, cambi repentini di governi e di alleanze? Avvicendamenti di leadership, scontri dopo i quali si dice: mai più, di te non mi fiderò mai più. È contro tutto questo che la proposta di Enrico Letta fa fatica a passare. Non si tratta solo di mettere insieme i leader di forze politiche che su tutto, non solo sulla manovra di bilancio, vogliono cose diversissime. Si tratta di chiedere loro di fidarsi l’uno dell’altro. Perché se ti siedi a un tavolo da gioco, di una cosa vuoi essere certo: che nessuno, una volta distribuite le carte e allineate le fiches, sia pronto a barare.

Così Giuseppe Conte può anche rilanciare, e tentare di allargare un dialogo che ancora non c’è alle riforme costituzionali. Ma la verità è che dentro il suo stesso Movimento maturano dubbi non detti e autentiche paure. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – in una riunione fatta con un gruppo di parlamentari – ha riconosciuto al segretario pd la volontà di tenere unita la maggioranza e di voler agevolare il lavoro del governo. Allo stesso tempo, però, ha espresso tutti i suoi dubbi sulla riuscita dell’operazione. «Non vorrei che questo tavolo finisse per diventare solo una vetrina per Renzi e Salvini».

Il leader di Italia Viva è il responsabile della fine del governo giallo-rosso e, come ha ricordato lo stesso ex capo M5S nel suo libro Un amore chiamato politica, è colui che già nel 2018 aveva fatto saltare il tavolo già avviato col Pd andando a Che tempo che fa a dire «con i grillini mai». Non è quindi solo per quel che è emerso in questi giorni dalle carte dell’inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open, che il capo della Farnesina non pensa sia una buona idea ridare centralità a Matteo Renzi. Basta vedere quel che è accaduto ieri in Senato, dove si sono scontrati in aula la capogruppo M5S Maria Domenica Castellone e quello di Italia Viva Davide Faraone – con le relative curve a urlare e fare «buuu» – per capire che non c’è aria di dialogo. Quanto a Salvini, è stato sempre Di Maio a definirlo «una delle persone più false che abbia mai incontrato».

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