Si salda l’asse Draghi-Macron. Via al Trattato del dopo Merkel
Nei giorni in cui in Germania sta prendendo forma il governo guidato dal futuro cancelliere Olaf Scholz che, di fatto, archivia gli oltre tre lustri dell’era Merkel, Italia e Francia suggellano un asse che potrebbe condizionare la politica europea dei prossimi anni.
Questa
mattina a Roma, infatti, Mario Draghi ed Emmanuel Macron firmeranno il
Trattato del Quirinale, dodici articoli frutto di quello che Palazzo
Chigi definisce un «lungo e complesso impegno negoziale proseguito per
tutto il 2021». L’obiettivo è quello di rafforzare il rapporto
bilaterale tra Roma e Parigi attraverso il «dialogo tra le due
amministrazioni», «consultazioni periodiche» e «l’individuazione di
un’agenda comune» con «grandi temi e priorità condivisi». L’intenzione,
insomma, è quella di creare un asse permanente tra Italia e Francia,
tanto che il Trattato viene paragonato in quanto a importanza a quello
sottoscritto nel 1963 tra Parigi e Berlino. Di certo, la firma di oggi
mette fine ad anni di incomprensioni e attriti, soprattutto quelli tra
l’Eliseo e il governo gialloverde, che hanno di molto rallentato il
lavoro degli sherpa. Quando l’allora vicepremier e ministro dello
Sviluppo economico Luigi Di Maio decise di volare in Francia e
incontrare il leader dei gilet gialli Cristophe Chalençon, si aprì
infatti una profonda crisi diplomatica. Sulla quale pesarono anche gli
affondi dell’allora vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini,
molto critico con Macron sul tema migranti. Non è un caso, che anche il
secondo governo guidato da Giuseppe Conte abbia faticato a riprendere il
filo del negoziato. Rilanciato solo a febbraio scorso, con l’arrivo di
Draghi a Palazzo Chigi.
Tra l’ex numero uno della Bce e il
presidente francese, infatti, il rapporto è solido da tempo. Al punto
che oggi che l’uno è premier in Italia e l’altro presidente della
Repubblica in Francia, capita spesso che l’interlocuzione sia diretta,
scavalcando i consueti canali della democrazia. L’uscita di scena di
Angela Merkel, peraltro, ha contributo a velocizzare il via libera al
Trattato del Quirinale che, di fatto, spinge verso una collaborazione
permanente su alcuni dossier decisivi per la politica europea dei
prossimi anni.
Macron è arrivato a Roma ieri pomeriggio da Zagabria. Primo appuntamento in agenda, un incontro con Sergio Mattarella, convinto che «la firma del Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata» sia «un risultato importante». Perché, spiega il capo dello Stato, «unisce due Paesi fondatori dell’Ue che condividono l’impegno per la costruzione del grande progetto europeo». Insomma, un rapporto più forte tra Italia e Francia «contribuisce a costruire un’Unione europea più forte». Dopo essere stato al Quirinale, Macron ha incontrato Draghi a Palazzo Chigi.
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