Si salda l’asse Draghi-Macron. Via al Trattato del dopo Merkel

I due hanno avuto un lungo bilaterale, allargato ai ministri Di Maio (Esteri), Luciana Lamorgese (Interno), Lorenzo Guerini (Difesa), Daniele Franco (Economia) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico). Nel confronto, assicurano dal governo, non si sarebbe fatto cenno al caso Tim-Vivendi-Kkr. Anche se è probabile che il tema sia stato oggetto di una riflessione informale, senza entrare nelle decisioni del mercato e delle singole società.
Draghi e Macron, dunque, sono decisi a giocare in tandem per provare a condizionare l’Europa del dopo Merkel. Restano sullo sfondo i prossimi e decisivi appuntamenti che attendono entrambi: la partita del Colle che si giocherà a metà gennaio per l’ex Bce e le elezioni presidenziali di aprile per il numero uno dell’Eliseo. Si guarda, invece, ai prossimi passi sul fronte dell’emergenza Covid. Ma nel medio periodo l’obiettivo è anche cambiare insieme il Patto di stabilità. E in questa chiave i due guardano con un certo ottimismo all’intesa di governo siglata a Berlino e al nuovo esecutivo tedesco che sarà guidato da Scholz (che, da ministro delle Finanze, non si è mai schierato con i cosiddetti falchi). Altro dossier decisivo, è quello della Libia. Uno scenario delicatissimo, visto che le divisioni tra Roma e Parigi degli ultimi anni non hanno fatto che favorire Russia e Turchia.
Oggi, dunque, la firma del Trattato, seguita da una conferenza stampa congiunta tra i due. L’intesa dovrà poi essere ratificata dal Parlamento, anche se ieri Giorgia Meloni ha stigmatizzato il fatto che le Camere siano state tenute all’oscuro dei contenuti dell’accordo («Macron viene a firmare un trattato bilaterale e il Parlamento della Repubblica non sa niente»).

IL GIORNALE

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