Rissa nella Lega a Montecitorio sul green pass. Insulti tra deputati. E Borghi finisce nel mirino
Adalberto Signore
Per cogliere sfumature e implicazioni della rissa tra due deputati della Lega andata in scena alcuni giorni fa al primo piano di Palazzo Montecitorio è necessario fare un passo indietro di qualche settimana. Lo scontro tra Cristian Invernizzi e Guglielmo Golinelli – un faccia a faccia prima verbale, poi quasi fisico e condito da diversi e vicendevoli vaffa – è infatti la cartina di tornasole di quanto il Carroccio sia in affanno su un tema delicato come quello del green pass.
Una tensione già venuta a galla una ventina di giorni fa, sempre a Montecitorio, durante una riunione del gruppo parlamentare leghista. Matteo Salvini non è presente e tra i diversi deputati che chiedono di intervenire arriva il turno di Claudio Borghi. Che, fedele alla sua linea no-pass, insiste sul fatto che il sostegno della Lega alla politica pro passaporto verde del governo «ci sta facendo perdere consensi». Gli risponde Raffaele Volpi, ex presidente del Copasir e molto vicino a Giancarlo Giorgetti, con toni non troppo accalorati ma netti: «Forse le nostre sciagure non dipendono dal green pass, ma dalle posizioni di chi come te sta in un partito che sostiene il governo e poi lo attacca tutti i giorni». Si chiude l’assemblea di gruppo e si forma qualche capannello. Quasi tutti sono d’accordo con Volpi: non solo perché convinti sostenitori di vaccini e certificato verde, ma pure perché esausti dal dover giustificare sul territorio la doppia linea della Lega. Soprattutto al Nord, dove la posizione «boh pass» è considerata alla stregua del terrapiattismo. Borghi, però, non arretra. E a chi insiste replica senza esitazioni: «Le mie posizioni sono quelle di Salvini».
Passa qualche settimana e si arriva alla vigilia del voto del Parlamento sul super green pass. Gli animi restano caldi. Sul territorio, infatti, i militanti faticano a capire il doppio binario. Come pure i deputati, quasi tutti piuttosto stupiti dalla circolare di Roberto Calderoli che rinvia i congressi già convocati per dicembre a metà gennaio, quando non sarà più in vigore il super green pass, così che anche i non vaccinati possano partecipare.
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