Draghi e le critiche dell’Europa: «Le restrizioni Covid? Non c’è molto da riflettere»
di Marco Galluzzo
Il premier: Omicron impone la massima attenzione sulla pandemia. La bozza del vertice a Bruxelles: no a misure sproporzionate sui viaggi
La decisione dell’Italia di introdurre l’obbligo del tampone anche per i vaccinati che arrivano dalla Ue sarà materia di dibattito oggi al Consiglio europeo. A Bruxelles Draghi difenderà la misura, che in Parlamento, ha spiegato in questo modo. In Italia finora «ci sono stati 134 mila morti: ci siamo ripresi una normalità a questo prezzo. Noi vogliamo difendere e difenderemo questa normalità con le unghie e con i denti. Ora c’è Omicron che ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, e da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi la variante è molto diffusa, per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno Unito, non credo ci sia molto da riflettere su questo».
«Nessuno scontro»
Insomma, una decisione di buon senso. E nonostante fonti della Commissione facciano trapelare una sorta di disappunto (nella bozza delle conclusioni verrebbe chiesto a tutti gli Stati membri di «non adottare misure che ostacolino in modo sproporzionato la libertà di movimento»), anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio derubrica la vicenda su un registro minore: «Nessuno scontro con la Ue. Abbiamo la responsabilità di tutelare la vita degli italiani, ogni decisione presa è frutto di un’attenta riflessione con la comunità scientifica».
Un Natale tranquillo
E anche alla luce della decisione presa Mario Draghi dice che «possiamo guardare al Natale e alle feste con relativa tranquillità» nonostante il contesto internazionale ed europeo: «L’arrivo dell’inverno e la diffusione della variante Omicron ci impongono la massima attenzione. I contagi sono in aumento in tutta Europa: nell’ultima settimana si sono registrati in media 57 casi al giorno ogni 100.000 abitanti. In Italia, l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Il governo ha deciso di rinnovare lo stato di emergenza fino al 31 marzo per avere tutti gli strumenti necessari per fronteggiare la situazione».
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