“Con Berlusconi al Colle vincono l’Italia e l’Europa”
«Guardi, non si meravigli, in questo atteggiamento delle sinistre tutto il mondo è paese e bisogna solo ignorare tutta questa messinscena. E pensare solo al bene dell’Europa e dell’Italia. Berlusconi e Draghi hanno entrambi questo vantaggio, che surclassa ogni altro politico italiano: sono gli unici veramente noti e apprezzati come leader in Europa. Ma penso anche che Draghi dovrebbe portare a termine il suo immenso lavoro, che Berlusconi al Quirinale sarebbe una doppia vittoria per l’Italia e per l’Europa».
Questa specifica qualità internazionale che vede in Berlusconi in cosa consiste?
«È una qualità innata. Berlusconi ha due qualità naturali: la competenza sui dossier e la dote naturale di sviluppare i rapporti umani, che rendono possibili risultati straordinari. E poi è un uomo amato. Lei dice che in Italia sono molti a detestarlo, ma quella è la sorte di tutti i leader liberali o comunque non comunisti. Sono vituperati e diffamati. Ma è una star naturale. Un giorno all’aeroporto di Malta, dove tenevamo il nostro congresso, si vide un movimento della folla nell’area degli arrivi passeggeri, una gran confusione, tutti correvano in una stessa direzione: si era semplicemente sparsa la voce secondo cui stava arrivando Berlusconi. Mai visto nulla di simile con alcun altro leader. Lo stesso accadde a Londra e non parliamo di Bruxelles. Quell’uomo ha una leadership incorporata, perché contemporaneamente autorevole ed estremamente umano. E poi, è così che la gente lo percepisce».
E con gli altri leader?
«Con gli altri leader è certamente il numero uno: dialoga costantemente con tutti i protagonisti, vecchi e nuovi. Ha una cura scrupolosa delle relazioni personali e mantiene aperto un costante dialogo con Vladimir Putin, così come con Angela Merkel, anche se ora è fuori scena, e poi alimenta un rapporto costante ed utilissimo con ex primi ministri britannici come Tony Blair e parla sia con Bill Clinton che con George W. Bush. Stessa cordialità e stessa consuetudine oggi con Joe Biden. Del resto, lei ricorderà che cosa accadde a Pratica di Mare…».
Il famoso incontro fra Bush padre e Putin, che dichiarò storicamente chiuso il capitolo della Guerra fredda. È un fatto storico molto simbolico che tutti ricordano, credo, anche i suoi detrattori.
«Quanto a questi detrattori, guardi che in Spagna è la stessa cosa. La pressione cui è sottoposto Mariano Rajoy non è diversa ed è una sorta di perversa legge di natura: in patria, i grandi uomini vengono vilipesi. Lo dicevano anche i greci e i romani. Nulla di nuovo sotto la luce del sole. Per valutare oggettivamente il valore di un grande leader, è importante guardare fuori della porta di casa e ascoltare che cosa dicono gli altri».
Che cosa avrebbe da guadagnare, a suo parere, l’Europa se Berlusconi diventasse Presidente della Repubblica italiana?
«Credo che un evento del genere renderebbe ancora più forte e credibile l’Europa politica. Oggi, per esempio, credo sia vitale avere rapporti intelligenti con la Russia perché è un momento delicatissimo che implica sia preoccupazioni per la pace sia preoccupazioni per l’approvvigionamento dell’energia. Esiste un margine grigio di incomprensioni e di tensioni che viaggiano in maniera pericolosa e che devono essere disinnescate con un dialogo in cui i protagonisti per prima cosa si riconoscano. Ogni intervento di un Berlusconi presidente italiano, penso, avrebbe effetti ottimi su tutta l’Europa. Inoltre, come pensiamo in tanti in Europa, e forse lo pensiamo tutti, l’accoppiata Berlusconi-Draghi è quella che permetterà all’Italia di fare l’ultimo grande balzo in avanti per recuperare interamente la sua autorevolezza attraverso le riforme. Come dite in italiano? La persona giusta al momento giusto al posto giusto. Ecco. La risposta con cui riempire questa casella è davvero facile e non bisogna farsi minimamente intimidire dagli atteggiamenti gradassi di chi pretende di avere diritto di veto. Lasciateli bollire nella loro acqua. L’Europa vi guarda con speranza e affetto e quindi speriamo per il meglio».
IL GIORNALE
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