Presidente della Repubblica, i danni di un voto protratto
In passato ci sono state tre elezioni «difficili» del capo dello Stato (quelle di Segni, di Saragat e di Leone) che hanno avuto come effetto un terremoto durato poi un decennio
A questo punto solo uno scatto di reni che porti i principali partiti — anzi tutti i partiti — a identificare e ad eleggere il presidente della Repubblica in una delle prime tre votazioni (quelle che richiedono la maggioranza di due terzi degli aventi diritto al voto) può salvare la politica italiana da un immaginabile marasma. Al massimo, i grandi elettori possono contare su altre due votazioni, la quarta e la quinta. Dopodiché si apriranno le porte dell’inferno. E non perché sia impossibile pescare alla fine un capo dello Stato, anche al ventesimo voto o addirittura oltre. L’esperienza ci dice che prima o poi qualcuno lo si trova. Cioè ovviamente si trova, magari in extremis, un accordo per mandare qualcuno al Quirinale. Ma le macerie lasciate alle spalle di quel voto finale, dopo giorni e giorni di sofferenza, produrranno effetti che una pur felice conclusione difficilmente riuscirà a far dimenticare.
Le votazioni a vuoto saranno state, ognuna, un colpo di martello, sempre più violento, alle fondamenta di un altro edificio, Palazzo Chigi dove come è noto ha sede la Presidenza del Consiglio. L’idea che si possa stare tranquilli, dal momento che a presidiare il palazzo del governo resta Mario Draghi (e che, nel caso, ci penserà Draghi a mettere lo stucco sulle crepe prodotte dalle martellate), potrebbe rivelarsi illusoria. O peggio. Non perché all’ex presidente della Bce manchi l’attitudine a compiere il genere di riparazioni di cui si è detto.
Da più di un mese Draghi dovrebbe essersi reso conto che le sue attuali mansioni sono assai diverse da quelle che Sergio Mattarella gli assegnò nel febbraio del 2021. Adesso si tratta di rassicurare e mettere al passo partiti spaventati dalla prospettiva del salto nel buio delle elezioni che prima o poi verranno. E perciò sospettosi, imbizzarriti, ma soprattutto imprevedibili. Poco propensi per di più a rispettare le regole. Inclini, ove si intraveda una convenienza, a ogni genere di slealtà.
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