Quirinale, la «lezione» di D’Alema ai forzisti: se insistete su Berlusconi arriva Draghi

Il riferimento è alle manovre di ieri di Salvini. Che sembrano però eccentriche rispetto al grande gioco sul Quirinale, perché «è da un anno che si sta costruendo un disegno attorno a Draghi», rivela un leghista tendenza Giorgetti: come a spiegare che comunque non ci sarebbe spazio per soluzioni alternative. Ce n’è la prova. La scorsa settimana, alla riunione di Coraggio Italia, uno dei suoi maggiori rappresentanti aveva esortato tutti a non esporsi, «perché Berlusconi, candidandosi, a sua insaputa è diventato il miglior alleato» del premier: «Sta attirando su di sé l’attenzione, preservando Draghi dal fuoco ostile».

Ora l’obiettivo dei centristi è depotenziare la mossa a cui sta preparandosi Salvini, che in attesa delle decisioni del Cavaliere lavorerebbe a una rosa di quirinabili composta da Moratti e Pera, Casellati e Frattini. Il punto è che fuori dal perimetro di centrodestra i nomi su cui punta anche Renzi — all’apparenza dialogante con l’altro Matteo — sono Draghi e Casini. E il leader della Lega — che mira a tenere unita la coalizione — sa che il premier è in grado di intercettare il maggior consenso tra i suoi alleati. Adesso gli resta da gestire Berlusconi.

Nell’attesa, il quirinabile Casini si mostra disincantato. È la sua postura democristiana. Tempo fa aveva confidato all’amico Franceschini: «Fratello, finirà che ci ritroveremo nell’Aula della Camera ad applaudire tra la folla l’elezione di Draghi». Era una premonizione o solo scaramanzia?

CORRIERE.IT

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