La tela di Di Maio nel Movimento spaccato
A sbirciare l’agenda delle ultime settimane, tra eventi segnati in rosso, verde e blu, sono gli esponenti di centrodestra quelli più consultati dal capo della Farnesina. Lo cercano insistentemente, come il sindaco di Venezia e cofondatore di Coraggio Italia Luigi Brugnaro (31 grandi elettori), che dopo un incontro con lui sembra aver spostato l’asse da Berlusconi a Draghi. Lo invitano a cena, come la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che sa di non essere amata dai 5 stelle e vuole sondare quanto – invece – una sua candidatura, tirata magari fuori dal cilindro di un Berlusconi in ritirata, abbia possibilità. Lo vedono con continuità, come Giancarlo Giorgetti, con cui le serate a base di pizza sono state più di una. Così come, da quando è alla Farnesina, ci sono stati contatti frequenti e cordiali con Gianni Letta. E in questi giorni, anche con il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.
E certo, c’è stato anche il quadro recapitato per Natale dal leader di Forza Italia proprio all’ex capo politico M5S, che da sempre Berlusconi sembra avere in simpatia, tanto di essersi augurato di avere qualcuno come lui nelle file di Forza Italia. Ma su questo, chi è vicino a Di Maio racconta: «Appena ha capito che si trattava di un quadro non ha neanche aperto al fattorino: lo ha mandato direttamente alla Farnesina, lo ha fatto mettere in una sala tra i regali istituzionali e non lo ha voluto nemmeno vedere».
Il ministro degli Esteri ha negato di aver parlato direttamente con Berlusconi, ma a Natale – dopo aver scritto nella sua autobiografia che si tratta di «una delle persone più false mai incontrate» – ha avuto una telefonata cordiale con Matteo Salvini. Mostrando un pragmatismo che non gli ha mai fatto difetto e cominciando a tessere una nuova tela, per la quale dentro il Movimento tutti i dirigenti intorno a Conte – oltre allo stesso ex premier – lo guardano con sospetto. Tanto da arrivare a pensare che ieri Riccardo Fraccaro, che si è ritrovato nello stesso palazzo di via della Scrofa con Matteo Salvini, fosse stato inviato come esploratore proprio da Di Maio (tesi non confermata dai diretti interessati che parlano di « coincidenza»).
I parlamentari che fanno riferimento a lui, però, sono convinti che l’ex leader non avrebbe alcun interesse a tradirli. Non è certo lui che può sognare elezioni anticipate, visto il ruolo importante che ricopre ora nel governo e che potrebbe non avere mai più. E non ha alcun interesse affinché la legislatura cada, visto che il nuovo Statuto prevede che le prossime liste siano in mano a Conte senza che niente sia stato ancora detto sul limite del doppio mandato. È la ragione per cui deputati e senatori potrebbero credergli, quando dirà loro: «Andiamo su Draghi». Sempre che il presidente M5S non decida di batterlo sul tempo, con in mente – però – progetti completamente diversi.
LA STAMPA
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