Quirinale, che cosa potrà accadere se Berlusconi si ritirerà dalla corsa
Dietro le quinte il problema pare già essere non il «se», ma il «come» del ritiro. Ma c’è dell’altro. Un ulteriore motivo di tensione e sospetto tra alleati è il proporzionale
«Se Silvio rinuncia…».
Praticamente tutti i discorsi intorno al Quirinale oggi cominciano
così. E per questo le voci di un ritiro imminente, spettacolare,
televisivo, con rilancio, si susseguono. Ma dietro le quinte il problema
pare già essere non il «se», ma il «come» del ritiro. A destra c’è allarme:
«Facciamo il caso che il Cavaliere dica: volevo correre, avevo anche i
numeri, ma per il bene dell’Italia, il Paese che amo, ho deciso di
rinunciare, ringrazio chi mi ha sostenuto e invito tutti a votare per
Mr. X, che sarà un ottimo presidente. Questo a noi non andrebbe affatto
bene. Non è che può considerare i 450 voti del centrodestra come suoi.
Che così si riprende la leadership di una coalizione nella quale è solo
il terzo partner per consensi». Interrogata in materia, la stessa Giorgia Meloni è stata chiara:
«Berlusconi a oggi è il mio candidato, non il mio portavoce». Il che
vuol dire che non accetterebbe una indicazione di voto non concordata e
annunciata da tutto il centrodestra.
(Il Corriere ha una newsletter dedicata
all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Si chiama Diario
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Ma c’è dell’altro. Un ulteriore motivo di tensione e sospetto tra alleati è il proporzionale. Nell’ultimo vertice è stata la Meloni a sollevare il problema, chiedendo che ci fosse un impegno scritto di non procedere alla riforma elettorale. Perché? Che c’entra con il Quirinale?
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