“Non succederà nulla”, “È finito”. Le ‘profezie’ su Grillo
Pasquino: “Conte sa che non controlla del tutto i gruppi parlamentari e cerca sponde fuori per negoziare il nome del prossimo presidente. Di più non può fare, deve stare in equilibrio, sperando che una parte del gruppo parlamentare ci ripensi e che i Cinquestelle non vadano in ordine sparso. Conte deve cercare di mettere insieme le ‘sparse membra’ del Movimento che, poi, è un obiettivo anche di Di Maio”.
Chi sarà il prossimo leader del M5S? Conte o Di Maio?
Becchi: “Credo che al momento questo problema non si ponga neanche. Penso che proseguirà questa facciata formale con Conte capo politico e una segreteria che ruota intorno a lui. Bisognerà vedere cosa succederà alle Politiche del 2023 e chi prenderà le redini del Movimento per cercare di salvare un minino di posti in Parlamento. Lì si arriverà alla resa dei conti tra Di Maio e Conte”.
Pasquino: “Da qui al 2023 c’è un secolo di tensioni e difficoltà e, perciò, è difficile dirlo. Io credo che al M5S non convenga far fuori Conte. Poi, bisogna vedere se l’ex premier acquisisce tutto il peso che dovrebbe avere in quanto leader”.
Il M5S è il gruppo parlamentare più numeroso. Perchè non sta svolgendo un ruolo da protagonista nella partita per il Colle?
Becchi: “Ormai non c’è più una guida. I parlamentari dei Cinquestelle non li controlla di certo Conte, al massimo ce n’è una quindicina fedele a Di Maio. Tutto il resto, però, è una palude. Voteranno qualcuno che consenta a Draghi di rimanere dov’è di modo tale che loro possano restare in Parlamento fino alla scadenza naturale della legislatura. Penseranno a salvarsi la pelle e, quindi, voteranno un qualunque candidato eccetto Draghi perché i grillini vogliono la certezza che non si vada a votare”.
Pasquino: “Credo che nessuno debba dare le carte, ma tutti dovrebbero proporre dei nomi. Mi stupisce che LeU non abbia fatto nemmeno 3 nomi. Io mi aspetto che anche il M5S faccia una rosa di nomi. Non dovrebbe essere difficile nemmeno per loro, ma ci vorrebbe un po’ di immaginazione e di buona volontà”.
Conte, Letta e Speranza, dopo il loro incontro, hanno scritto un tweet uguale. Qual è il reale stato di salute dell’alleanza giallorossa?
Becchi: “Hanno fatto un tweet identico per indicare che c’è un’estrema condivisione. E mi pare anche normale. Dopo la parentesi rivoluzionaria del governo gialloverde, si sta andando verso la normale suddivisione di un fronte di centrodestra e uno di centrosinistra”.
Pasquino: “Dire che avranno una posizione comune è già un passo avanti. La convergenza sul tweet, secondo me, è un segnale politico di primaria importanza…”.
IL GIORNALE
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