Quirinale, Berlusconi è pronto a fare un passo indietro. Ma avverte: «Mi prendo ancora qualche ora per decidere»
Se così sarà, si aprirà il tema del che fare. Dal vertice uscirà l’indicazione di un altro nome? O si aspetterà? Da FI e dal centrodestra tutto resta la voglia di presentare un nome di area. Ma quale? Pera, Casellati, che piacerebbero a Salvini hanno poche chanches di essere accolti dal centrosinistra. La stessa presidente del Senato avrebbe chiesto di non essere gettata nella mischia senza accordi seri, per tutelare il suo ruolo e profilo. Resta l’ipotesi di Casini, che non è la prima scelta di nessuno nella coalizione ma non è nemmeno visto come un affronto. Chiaro che l’indicazione di Berlusconi – che ancora un pensiero su un Mattarella bis lo fa – conterà moltissimo, per il peso indubbio della sua persona.
E ad aleggiare resta il nome di Draghi: «Nessuno di noi lo vuole, sicuramente non Berlusconi», giurano da FI. Ma potrebbe esserci lui alla fine del piano inclinato in cui cammina il centrodestra. Perché, per dirla con il leader di uno dei piccoli partiti, la verità è una: «Noi non abbiamo mai avuto i numeri per fare un governo in questa legislatura, il centrosinistra sì, con il Conte 2. Prima lo capiamo e meglio è». E la parola, ancora una volta dopo quasi 30 anni, resta a Berlusconi.
CORRIERE.IT
Pages: 1 2