Intrighi a Cinque stelle nella partita del Colle. Fraccaro rischia l’espulsione
Luca Monticelli
La corsa al Quirinale assomiglia ogni giorno di più a House of cards, la celebre serie tv sugli intrighi alla Casa Bianca, ma in salsa romana. L’ultima avvincente puntata la offre il Movimento 5 stelle con l’ex ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro che, come ha raccontato ieri La Stampa, avrebbe offerto a Matteo Salvini un pacchetto di voti di parlamentari per sostenere Giulio Tremonti. Non voti qualsiasi, ma quelli delle due correnti interne organizzate del Movimento: Parole guerriere di Dalila Nesci e Italia 2050 di Carlo Sibilia.
Il leader della Lega lo ha raccontato a Giuseppe Conte: un modo per apparire leale, da una parte. Ma anche per mostrargli che non ha il controllo dei gruppi parlamentari. E per quanto ora i due sottosegretari grillini si lamentino di essere stati tirati in ballo a loro insaputa e smentiscano le trame segrete, molti alla Camera non hanno fiducia in loro. «Per il Quirinale sosterrò il candidato espresso dal M5s, siamo compatti intorno al presidente Conte e alla sua linea», spiega Nesci. «Per me esistono solo le trattative portate avanti dal Movimento e da Conte», aggiunge Sibilia. Quanto a Fraccaro, non nega il vertice, ma spiega che la conversazione avrebbe riguardato «alcune ipotesi rispetto alle quali ho consigliato a Salvini di aprire un dialogo con Conte». Poi però aggiunge, dimostrando poco rispetto per le possibili decisioni del presidente M5S: «Draghi al Quirinale non lo voterò mai».
Salvini prova ad andargli incontro: «Con Fraccaro non ho mai parlato di numeri, voti o cose simili». Eppure, secondo più fonti, a Conte avrebbe riferito altro. Tanto che già giovedì sera, dopo il loro incontro, all’assemblea dei deputati, il capogruppo M5S Davide Crippa era intervenuto svelando il peccato, ma non il peccatore: «Sono arrabbiato per l’iniziativa di alcuni colleghi che senza mandato hanno preso contatti con altri».
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