Mattarella bis, oggi il giuramento del Presidente della Repubblica
Ugo Magri
Il bis di Sergio Mattarella non si annuncia affatto come una stanca ripetizione del già visto, e già oggi alle 15,30 ne riceveremo un assaggio quando il tredicesimo presidente della Repubblica interverrà nell’aula di Montecitorio per illustrare il suo secondo mandato. Chi presume di sapere in anticipo che cosa dirà, immaginando un copia-e-incolla del precedente discorso inaugurale, è probabilmente fuori strada; idem quelli che si aspettano un’attenzione tutta concentrata sulle difficoltà del presente, con un respiro affannato e un orizzonte temporale di un paio d’anni esagerando.
Le anticipazioni filtrate dal Quirinale sono perfino, se possibile, più avare del solito, ma da quel pochissimo si capisce che Mattarella vorrà spingere il suo sguardo molto al di là dell’emergenza attuale e ci inviterà a riflettere sui grandi cambiamenti con cui bisogna fare i conti. Questioni drammatiche, sfide epocali come il clima, le migrazioni, ovviamente la sicurezza e la pace, però non solo. Davanti ai «grandi elettori» presenti in Aula (e precedentemente “sanificati” con un tampone) il presidente dirà che dovremo meglio attrezzarci ad affrontare i nostri mali storici con le riforme degli anni a venire: incominciando con quelle concordate in Europa, finanziate dall’Unione e messe nero su bianco nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’Italia è attesa alla prova di una impegnativa transizione che richiederà atteggiamenti maturi e comportamenti seri ancora per diversi anni a venire.
Grandi protagonisti di questa adesione al nuovo, dell’apertura alla modernità sollecitata da Mattarella nel suo spirito moroteo, saranno anzitutto le forze politiche e sociali, il Parlamento, il governo. Agli interlocutori si rivolgerà senza brandire la frusta, con il solito proverbiale rispetto; però sapendo perfettamente che questa rielezione non cercata e – a quanto si sa – nemmeno festeggiata nonostante il consenso record (soltanto Pertini ebbe qualche suffragio in più) lo pone adesso in una condizione di forza, fa di lui d’ora in avanti il perno imprescindibile del sistema.
Dei suoi consigli, anche solo sussurrati, i vari protagonisti faranno bene a tener conto perché una cosa era rapportarsi con un presidente ormai agli sgoccioli, depotenziato dal «semestre bianco» anzi concentrato nel trasloco quale Mattarella era fino a pochi giorni fa; tutt’altra cosa sarebbe disattendere la «moral suasion» di un capo dello Stato appena incoronato, destinato a trattenersi per un tempo biblico (sette anni) e per giunta festeggiato con una «ola» a Sanremo, prova indiscussa della sua popolarità. Corollario: chi volesse sfidare il Colle lo farebbe a proprio rischio e pericolo.
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