Berlusconi: «Draghi abbia tutto il tempo. Renzi? Un giorno deciderà dove andare. La mia salute? Ora sto bene»
Però il centrodestra è uscito diviso in
modo drammatico dal voto. In che rapporto è oggi lei personalmente con
Meloni e con Salvini?
«I rapporti personali fra i leader del centro-destra non sono mai stati in discussione, anche nei momenti di dissenso».
E quelli politici? Lei ha detto che FI
dovrà essere forza trainante di un centrodestra che dovrà presentarsi
alle elezioni «profondamente rinnovato»: significa insomma che non c’è
alternativa all’alleanza con Lega e FdI ma che il prossimo centrodestra
dovrà essere guidato da un esponente espressione dell’area che lei
rappresenta?
«L’alleanza di centro-destra esiste perché io l’ho resa possibile
dal 1994. Non cambio certo idea oggi. Ma non cambio neanche idea sul
ruolo di Forza Italia che è quello della sola grande forza di centro
liberale, cristiano, garantista, europeista. Un centro senza il quale
non si vince e che deve avere un ruolo trainante».
Ma è favorevole a una federazione con i
partiti centristi della sua coalizione – Coraggio Italia, Noi per
l’Italia, Udc – magari per essere forza attrattiva anche di altre
formazioni centriste oggi del campo avversario, come Italia Viva?
«Sono favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco
del Partito Popolare Europeo, di cui siamo orgogliosamente espressione
in Italia. La storia di Renzi è diversa, un giorno forse deciderà dove
vuole approdare».
Crede che la legge elettorale possa
essere rivista in senso proporzionale o il maggioritario è l’unico
sistema possibile per il Paese?
«È una discussione astratta: in realtà mi pare difficile immaginare
in questo Parlamento un percorso di modifica della legge elettorale.
Nell’ultimo anno di legislatura il Paese ha ben altre priorità».
Immagina in futuro un rapporto più
stretto con partiti moderati del centrosinistra, magari lo stesso Pd,
con formule come la «maggioranza Ursula» o il passaggio del governo
Draghi deve restare un unicum?
«Quando l’emergenza sarà superata, si dovrà tornare ad alleanze fra
forze politiche omogenee. Così funziona una sana democrazia
dell’alternanza, magari con rapporti più sereni e rispettosi fra le
forze politiche. Ma quel momento non è ancora arrivato e Draghi deve
avere tutto il tempo necessario per completare il suo lavoro».
Però la Lega
appare molto in difficoltà: teme per la tenuta del governo? E come
dovrebbe cambiare il rapporto tra il governo e i partiti per renderlo
più stabile?
«Non sta a me dare giudizi sulla condizione di partiti amici e
alleati. Ma la conferma di Mattarella è – lo ripeto – un passo
importante sulla strada della stabilità. Non credo che nessuno possa né
voglia rimetterla in discussione».
Lei continuerà a guidare in prima persona FI o pensa che ci possano essere nuove figure o una nuova struttura che la affianchino ai vertici?
«Naturalmente dobbiamo sempre rinnovarci e allargarci, ma Forza Italia ha già una struttura dirigente che sotto la mia guida ha svolto un ottimo lavoro, anche in questa fase difficilissima. Se a questa struttura potrà aggiungersi qualche prestigiosa personalità proveniente dal mondo delle imprese e delle professioni saremo felici di profittarne. Io continuerò a fare la mia parte come sempre, per il mio Paese, per i nostri valori, per i nostri grandi ideali di Libertà».
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