Giravolta Bce sui tassi: ora l’inflazione fa paura Spread a quota 150
A questo punto, le nuove proiezioni macroeconomiche di marzo a detteranno la linea. «Saremo data-dependent nelle nostre decisioni», ha ammesso la banchiera francese. Convinta di poter governare l’aereo senza farlo schiantare a terra. Il che significa non toccare le leve monetarie fino a quando non saranno «portati a termine gli acquisti netti». Vale a dire almeno fino a ottobre, mese in cui arriverà al capolinea il vecchio Qe di Mario Draghi, il cui controvalore salirà da 20 a 40 miliardi al mese nel secondo trimestre. Arbitri dell’atterraggio morbido, i mercati. La Bce dovrà marcarli stretti. «I rendimenti sono cresciuti, ma gli spread non sono aumentati in modo significativo. Se avverrà qualcosa di diverso, abbiamo tutti gli strumenti a nostra disposizione per intervenire». Dopo l’improvvida uscita sugli spread del marzo 2020 («Non siamo qui per tenerli sotto controllo»), anche Madame sembra aver capito la lezione.
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