Perché l’inflazione ci deve preoccupare

Carlo Cottarelli

È tornata. L’inflazione, che i millennials non avevano mai conosciuto, è di nuovo tra noi. E non solo tra noi. Negli Stati Uniti l’aumento annuale dei prezzi al consumo viaggia al 7 per cento. Nell’area dell’euro, comprese Germania e Italia, al 5 per cento. Nei Paesi emergenti e in via di sviluppo il Fondo monetario internazionale stima una media del 6 per cento. Solo in Giappone l’inflazione è rimasta sotto l’1 per cento. Neanche le cannonate smuovono i prezzi in Giappone. A dire il vero, l’inflazione è spinta, più che da cannonate, da raffiche di aumenti dei prezzi delle materie prime. Ma non solo. Cerchiamo di chiarire rispondendo a sei domande.

Quali prezzi aumentano? L’aumento è più forte per gli idrocarburi, soprattutto per il gas naturale, ma l’aumento è generalizzato. Salgono i prezzi dell’alluminio, del frumento, del caffè, del cotone e dei container usati per i trasporti internazionali. Spinti da questi aumenti, ma anche da altre cause, salgono i prezzi domestici. L’inflazione “di fondo” (cioè al netto di voci volatili come i prezzi dell’energia) è più bassa di quella totale, ma è cresciuta.

Era previsto un tale aumento dell’inflazione? No. Ha colto tutti di sorpresa. Nel dicembre 2020 la Fed, la banca centrale americana, vedeva l’inflazione all’1,8 per cento nel 2021; per la Bce sarebbe stata dell’1 per cento. Calma piatta. Se non lo prevedevano le principali banche centrali, figuriamoci noi comuni mortali.

Perché l’inflazione è aumentata? Questa è la domanda cruciale. Ci sono fattori specifici a certe materie prime come il gas naturale il cui prezzo si è quadruplicato rispetto ai livelli pre-Covid (hanno pesato il calo nel 2021 delle scorte di gas per il freddo inverno, il basso rendimento dell’eolico nel Nord Europa, ed eventi geopolitici). Ma al di là dei fattori specifici, quando i prezzi di tutti i beni si impennano, significa che la domanda aggregata sta crescendo più rapidamente dell’offerta. Questo vale anche per le materie prime. Talvolta le banche centrali si focalizzano solo sull’inflazione di origine interna: come possono essere responsabili per l’inflazione importata? Ma, a livello globale, nulla è importato. A livello globale è l’azione congiunta delle banche centrali e dei governi che influisce sulla domanda aggregata e quindi sull’inflazione. E questa azione congiunta è stata molto espansiva a partire dall’inizio della crisi Covid.

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