Patto Russia-Cina nel nome del gas: alle Olimpiadi di Pechino nasce l’asse contro la Nato
E ieri Gazprom, nell’ambito di 15 accordi firmati prevalentemente in campo energetico, ha concluso un patto con la cinese Ccpc per la fornitura di gas attraverso una nuova rotta, con consegne di 10 miliardi di metri cubi all’anno in 25 anni. Parallelamente, la russa Rosneft e la China Petroleum corporation hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di 100 milioni di tonnellate di petrolio, che raggiungerà la Cina attraverso il Kazakhstan, in 10 anni. I prezzi di entrambi le materie prime sono salite, segno che per l’Europa (e per i consumatori) si annunciano tempi duri. “Il mercato cinese del gas è il più promettente”, ha commentato il consigliere del Cremlino, Jurij Ushakov, ammiccando alle relazioni tempestose tra i fornitori russi e i loro principali clienti europei.
Mosca, intanto, continua a negare con forza le accuse americane sul piano per un’invasione dell’Ucraina e Putin si prepara a una girandola di incontri, a partire da lunedì, al Cremlino, con il presidente francese Emmanuel Macron, che l’indomani vedrà a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un tentativo di de-escalation, in parallelo a quello in cui è impegnato Recep Tayyip Erdogan, che spera di accogliere Putin in Turchia al rientro da Pechino e di diventare il grande mediatore della crisi, ospitando un incontro dei leader di Mosca e Kiev, su cui assicura di aver già ottenuto il via libera da Zelensky. Per ora il Cremlino ha gettato acqua sul fuoco, puntualizzando che la possibilità di un incontro “non è ancora stata discussa in termini pratici”.
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