Perché i casi di Omicron, dopo il picco, crollano così rapidamente?

Tutto dipende solo dalla contagiosità del virus? Non solo: non è vero che le misure intraprese a contrasto della diffusione del virus non valgano. Ad esempio in Germania (si veda grafico sopra, ndr) la curva dei contagi è ancora in crescita perché nel Paese Omicron è arrivata dopo. Prima è stata frenata dal lockdown che si era reso necessario contro Delta. Inoltre, anche se non ci sono chiusure diffuse, si è parlato di un «effetto lockdown» autoindotto, quando i cittadini da soli limitano i movimenti e le frequentazioni per evitare di ammalarsi.

E anche la storia del lockdown tedesco (o austriaco) contro Delta ci dice che il tasso di vaccinazione della popolazione conta. L’Italia è uno dei Paesi più vaccinati al mondo e non ha dovuto chiudere contro Delta. Altri lo hanno fatto.


Riguardo a Omicron il tasso di vaccinazione non ha cambiato di molto la curva dei contagi (visto che il vaccino perde efficacia rispetto alla capacità di frenare la trasmissione della variante), ma ha cambiato molto l’andamento delle ospedalizzazioni e dei decessi. Le restrizioni (oltre alla percentuale di popolazione vaccinata) servono infatti anche a spalmare su più settimane la percentuale di popolazione che ha bisogno di un ospedale (o di un tampone): è un tentativo di non avere il sistema sanitario sopraffatto durante una crescita esponenziale di un’epidemia.

Tutte queste variabili insieme danno conto della rapidità (o meno) della discesa dei contagi e tutte giocano un ruolo nel determinare l’andamento della curva.

CORRIERE.IT

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