Berlusconi ignora le liti tra alleati. “Bisogna produrre più gas in Italia”
La crisi energetica sposta il baricentro dell’azione politica. Ieri mattina Silvio Berlusconi ha riunito nuovamente i vertici del partito per parlare del caro-bollette. Con Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Anna Maria Bernini e Paolo Barelli, il leader di Forza Italia ha fatto il punto sulla necessità di un’azione forte e incisiva – da parte del governo – per limitare e fermare i danni economici che, quasi un effetto domino, il rincaro delle bollette sta provocando non soltanto sulla vita delle persone ma anche delle imprese. Le polemiche sulla «salute» della coalizione di centrodestra, in questo momento, possono aspettare. Dagli ambienti del partito non si nasconde l’irritazione per le ultime esternazioni della Meloni che ha parlato di «inciuci» e di «attaccamento alle poltrone». Resta per i vertici di Forza Italia, invece, la necessità di onorare il patto con gli elettori. Dove il «patriottismo», come spiegava ieri il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, è prima di tutto «anteporre gli interessi del Paese a quelli di parte».
Il frutto della riunione è stato lo stesso Berlusconi a renderlo pubblico. Ieri si è collegato alle 18.30 con Radio Montecarlo dove ha anche annunciato che ogni settimana proporrà agli ascoltatori dell’emittente un suo editoriale sui temi più incalzanti dell’economia e della politica italiana e internazionale.
Bisogna fare presto. Questo il monito per il governo. La crisi energetica va affrontata con interventi non solo emergenziali ma anche strutturali. «Dovete sapere – spiega il leader azzurro alla radio -, che l’Italia è il primo importatore di energia del mondo e dipende per il 94%, dalle forniture straniere. È quindi indispensabile aumentare la nostra produzione di gas in Italia ed è anche indispensabile riprendere la ricerca sul nucleare: vi ricordo che il gas e l’energia nucleare sono appena state ricomprese dalla Commissione europea tra le energie pulite e sicure».
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