Georg Gänswein su Ratzinger: «La lettera? Mirano a distruggerlo, lui ha risposto con Dio negli occhi»
di Gian Guido Vecchi
Intervista a Georg Gänswein sulla lettera di Ratzinger contro le accuse sui casi di molestie sessuali: «Chi gli è stato vicino sa bene che cosa ha detto e ha fatto riguardo a tutta la questione della pedofilia. È stato il primo ad agire da cardinale e poi ha continuato la linea di trasparenza da Papa»
La lettera di Benedetto XVI sembra un testamento spirituale, è così?
«È giusto, sono d’accordo. È l’immagine del suo pensiero, dei suoi sentimenti, della sua sincerità morale e intellettuale. Mentre la scriveva, pensava alle vittime degli abusi. E di fronte a sé, davanti ai suoi occhi, aveva Dio stesso. Vede, un uomo può ingannare le altre persone, ma non si può ingannare Dio».
L’arcivescovo Georg Gänswein, segretario personale di Joseph Ratzinger, parla nel monastero Mater Ecclesiae, dove ha seguito e vive con il Papa emerito dopo la rinuncia al Pontificato del 2013. Proprio in questi giorni è uscito un suo libro, «Testimoniare la Verità. Come la Chiesa rinnova il mondo» (Edizioni Ares), un’antologia di 21 scritti che inevitabilmente riguarda in modo essenziale anche il pensiero e la personalità di Ratzinger. «Ci sono stati momenti caratterizzati da un insieme di incomprensione e aggressione, che si addensava sopra di lui ed era volta a indebolire, distruggere la persona di Benedetto XVI», ricorda in un passaggio. «Era uscito in Germania due anni fa. La nuova edizione in Italia era prevista l’anno scorso, poi ha tardato. E sì, forse c’è qualcosa di provvidenziale che sia pubblicato proprio ora, in questi giorni così burrascosi dal punto di vista mediatico…».
Eccellenza, nel libro scrive: «Qualche volta una vicenda o l’altra è stata dolorosa e l’ha fatto soffrire. Soprattutto quando ci si doveva chiedere: ma qual è la ragione per questa osservazione così feroce? È chiaro che ciò era umanamente doloroso. Però, sapeva anche con assoluta certezza che il criterio non è il plauso, ma l’intrinseca correttezza, il criterio è il Vangelo stesso». È quello che sta accadendo anche in questi giorni?
«È proprio così. Io non sono certo un profeta, ma c’è qualcosa di profetico in tutto questo, anche se me lo sarei risparmiato e avrei preferito che così non fosse».
Benedetto XVI ha quasi 95 anni: come sta?
«Fisicamente è un uomo molto debole, come è naturale alla sua età. Noi viviamo con lui, preghiamo con lui, fra poco reciteremo come ogni giorno il rosario e i Vespri. E la debolezza fisica non toglie nulla alla sua presenza spirituale e intellettuale».
Nel libro scrive: «La Verità è il grande tema nella vita di Benedetto».
«Chi lo conosce sa che l’accusa di aver mentito è assurda. Si deve distinguere tra commettere un errore e mentire. Sull’Osservatore Romano, il cardinale Fernando Filoni ha scritto della “sua profonda e altissima onestà morale e intellettuale” e spiegato che “mai ho trovato in lui alcuna ombra o tentativo di nascondere o minimizzare alcunché”. Benedetto XVI ha letto l’articolo, che non è stato sollecitato o chiesto. Ma le cose stanno proprio così. Chi gli è stato vicino sa bene che cosa ha detto e ha fatto Joseph Ratzinger-Benedetto XVI riguardo a tutta la questione della pedofilia. È stato il primo ad agire da cardinale e poi ha continuato la linea di trasparenza da Papa. Già durante il Pontificato di Giovanni Paolo II ha cambiato la mentalità corrente e impostato la linea che papa Francesco sta proseguendo. Questa è la realtà ed è molto diversa da quella che circola in molti mass media».
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