Conte «spiazzato» dalla mossa di Grillo: ora un faccia a faccia, nel M5S
di Emanuele Buzzi
Soldi, questioni legali e tempi lunghi: perché lo stallo durerà almeno un mese
Soldi, equilibri incerti e tempi che si allungano. I Cinque Stelle si interrogano sul da farsi. Come reagire all’ordinanza di Napoli? Beppe Grillo è rimasto infastidito dall’accelerazione che i vertici hanno cercato di imporre: il garante vuole ponderare ogni passo. Non è escluso che a breve ci possa essere un incontro tra le parti, opzione che fino a lunedì pomeriggio da ambienti vicini allo showman ligure veniva smentita. Grillo però ora sta accarezzando l’idea di un faccia a faccia: vuole fare chiarezza e cogliere l’occasione per dare una scossa al Movimento, sistemando le faide interne ai Cinque Stelle.
Conte sarebbe stato sorpreso dalla mossa del garante, anche se ambienti vicini all’ex premier smentiscono e parlano di «sintonia» tra le parti. «C’è chi sta usando questa situazione per indebolire Conte con modifiche ai suoi poteri, dalla gestione dei territori a variazioni statutarie», dicono i contiani. «Siamo al paradosso: veniamo accusati per il frutto delle loro scelte», replicano i dimaiani e i malpancisti.
I protagonisti della vicenda sanno che dietro a ogni singola mossa si celano questioni legali e pecuniarie importanti. Ora ci sono più soldi in cassa: nel solo mese di dicembre il Movimento ha ricevuto (dagli eletti) oltre 450 bonifici, quasi tutti a 4 cifre ma con picchi anche da 17mila euro. I soldi — circa 600 mila euro — sono una boccata d’ossigeno per le casse pentastellate, ma c’è chi teme che il caos interno porti a nuove titubanze in merito alle restituzioni.
Non solo. I soldi che i Cinque Stelle potrebbero trovarsi a dover impiegare per dirimere la vicenda sono molti. Si parla di spese legali, di eventuali ricorsi (anche e soprattutto per un possibile uso improprio dei dati degli iscritti, con tanto di sanzioni nel caso da parte del garante della privacy), di spese forse legate all’utilizzo di Rousseau (anche in questo caso una cifra «importante»). In questo guazzabuglio c’è chi mette le mani avanti. «I contratti in essere rimangono in essere. Rimane tutto invariato per noi», dice all’Adnkronos Giovanni Di Sotto, ad di Multicast, la società che ha creato la piattaforma SkyVote.
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