Ricorso in tribunale e niente comitato, la mossa di Grillo per uscire dall’angolo

Ma è una strada complicata, perché si dovrebbe tornare con ogni probabilità a bussare alla porta di Davide Casaleggio per chiedergli di usare Rousseau. Conte avrebbe preferito evitare lo smacco politico di un ritorno alla piattaforma di Casaleggio, «ma aggirare Rousseau porterebbe al rischio di un ulteriore ricorso», gli hanno detto gli avvocati. Messi in guardia – per assurdo – anche da Lorenzo Borrè, l’avvocato della parte avversa, quella dei ricorrenti di Napoli che hanno provocato il terremoto. Non è però solo una questione politica e di forma, ma anche di soldi. Casaleggio avrebbe chiesto 30 mila euro per far votare il nuovo Comitato di garanzia sulla sua piattaforma. E sempre su Rousseau si sarebbe dovuto votare il nuovo statuto. La cifra, dunque, sarebbe potuta salire a 60mila euro. Non solo. Il figlio del cofondatore M5S chiedeva anche che venisse saldato un arretrato. Riguarda una votazione che Grillo aveva indetto lo scorso luglio, durante lo scontro con Conte per la leadership, quando con un post sul blog annunciò di voler dare vita a un Direttorio di 5 membri a cui affidare la guida del partito. Poi la votazione non si tenne più, perché i pontieri riuscirono a ricucire lo strappo con Conte, ma Casaleggio ora rivendica il lavoro preparatorio fatto e mai pagato.

La trasferta romana di Grillo è servita però anche a riannodare i fili lacerati del partito. Ha visto Luigi Di Maio e i due hanno convenuto sulla necessità di ritrovare una «compattezza interna» e di fare squadra con Conte, sempre che ci sia una disponibilità anche da parte sua. Grillo però chiede anche di non logorare il leader e di remare tutti nella stessa direzione. Lo ha fatto presente a Di Maio come anche alla capogruppo in Senato Mariolina Castellone e a Virginia Raggi, incontrata più tardi. Una processione silenziosa, uno alla volta alla corte del fondatore, come chiesto da Roberto Fico, assente per un’influenza. «Non vediamoci tutti insieme solo per fare una foto da pubblicare sui social», è il ragionamento espresso dal presidente della Camera a Grillo, «altrimenti non risolveremo nessun problema».

LA STAMPA

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