Crisi Ucraina, la minaccia dell’invasione e il film della guerra possibile: missili e sommergibili

Sulle mappe, le strategie sono pronte. Da mesi. «Il piano di gennaio», com’è chiamata l’offensiva russa che gli americani e la Nato s’aspettano, ha diverse opzioni che vari think tank (Rand Corporation, Institute of War) hanno studiato: 1) le tre fasi d’una rapida conquista del Sud ucraino, per poi muovere verso la filorussa Transnistria e infine su Kiev (che avrebbe costi altissimi); 2) un’invasione limitata al Sud-Est non ancora occupato, con la conquista «meccanizzata» di Kharkiv (che è quel che s’aspettano gli ucraini); 3) una manovra da Rostov per il controllo totale del Mare di Azov e la conquista di Kherson e di Mariupol (che sono da sempre gli obbiettivi strategici principali); 4) la conquista, altamente simbolica, di Odessa.
Fantastrategie? Sul campo, per dieci giorni ci saranno i battaglioni tattici che Putin ha schierato in Bielorussia, nel campo d’addestramento di Obuz-Lesnovskij, 10mila km quadrati e 150 km da Kiev, per le esercitazioni «Risolutezza Alleata 2022». Ufficialmente, lo scopo è addestrare a «repressione d’aggressioni esterne, lotta al terrorismo e tutela degl’interessi comuni». Per proteggersi dalle spie satellitari e dagli occhi del mondo, però, da ieri la zona è stata oscurata. Tutti i segnali criptati. Uno scudo. «È normale in esercitazioni normali — spiega l’esperto militare — e non ci sarebbe da preoccuparsi. Ma questo non è un momento normale».

CORRIERE.IT

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