Cacciari: “Nel 2023 uscirà dal cilindro un governo Pd-Lega. Ma il coniglio non sarà Draghi”

di Alfonso Raimo

La scena politica non gli dà il conforto dello studio, la compagnia dei 30mila volumi della sua biblioteca. Se legge di Dario Franceschini che auspica l’avvento di una ‘Lega moderata’, Massimo Cacciari – filosofo, docente, già sindaco di Venezia e europarlamentare e parlamentare del Pci, tra i fondatori del Pd – sbotta in una risata amara: “Ma fa anche ridere, benedetto lei… è chiaro che stanno mettendo le mani avanti. Nel 2023 metteranno insieme un pasticcio, con un governo dove ci sono Liberi e Uguali e la Lega, e poi andranno col piattino da Draghi. Ma questa volta non so se Draghi nel piattino ci metterà la monetina”. Secondo l’autore de “La mente inquieta” la politica versa in condizioni critiche. E i referendum non sono un segno di ritrovata vitalità. Tutt’altro. “Le affluenze sono sempre più basse. Perché i referendum abbiano un senso – dice Cacciari- bisognerebbe alzare tutti i quorum. Adesso la gente ha altri problemi. Chiede delle bollette. Nei quesiti ci sono problemi che non toccano più nessuno, purtroppo. La riforma della giustizia, il Csm… sono cose essenzialissime ma ormai tutto è travalicato da questa enorme e crescente preoccupazione di ordine economico e occupazionale”.

Quindici anni fa, Cacciari ha tentato di dare una mano al Pd nella fase nascente.  “Per carità, il Pd ha tradito tutto. Non c’è più nulla. E’ stato un nostro grande errore, un errore illuministico: abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo con passione e idee, ma non siamo stati in grado di fare nulla. Bisogna dirselo”. 

Al Pd forse farebbe bene un po’ di opposizione.

Cosa vuole che faccia bene? La respirazione bocca a bocca gli farebbe bene. Nelle condizioni in cui è, il Pd è governativo a prescindere. Draghi si fida del Pd, ma un personaggio come lui cosa si mette a fare, una campagna elettorale italianetta? Io non ci credo.

La ricerca di un rapporto con la Lega non è nuova. Molti ricordano la citazione dalemiana, sulla costola della sinistra.

Ma le sembra che le cose possono nascere così? Il Pd può presentarsi con la Lega che non è più Salvini, con il M5s che non è più ‘Vaffanculo’, e fanno un governo insieme? Si andrà a votare e poi verrà fuori una soluzione con un governo Pd-Lega come il coniglio dal cappello. E’ una comica. Ma io dico: se questa è l’idea almeno la preparino, si mettano a lavorare seriamente per due o tre punti su cui sono d’accordo. Se Letta, Franceschini, Conte e Giorgetti si sono capiti un po’, creino le condizioni per un governo che possa funzionare almeno un anno, prima che il presidente della Repubblica chiami il Draghi di turno.

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