Cacciari: “Nel 2023 uscirà dal cilindro un governo Pd-Lega. Ma il coniglio non sarà Draghi”

Ma la base capirà?

E’ chiaro che non potranno dirlo agli elettori, sarà qualcosa che gli elettori si troveranno post festum, qualcosa alla ‘avanti popolo’. Ma almeno maturino qualcosa. Io resto scettico. Per operazioni di questo genere occorrono Moro e Berlinguer, bisogna portare l’elettorato su una linea che tenga insieme cose incomparabili. Non bastano i Franceschini, i Conte e i Giorgetti.

La legge elettorale può aiutare?

Quella sarà proporzionale, se la fanno. Con uno sbarramento bassissimo. Per salvare qualcuno, salvare la presenza. Ma è crollato tutto. E’ crollato l’impianto culturale portato avanti dopo la caduta del muro. E’ crollato l’impianto maggioritario, la riforma federalista… Tutto”.

Lei parlava di un Pd del Nord, un partito che desse rappresentanza a una parte del Paese spesso dimenticata da Roma.

Io ne parlavo con Bossi, che mi diceva: ‘i tuoi non capiscono un cazzo’. Non hanno capito che la Lega è un movimento popolare, che ha una componente xenofoba e di destra, ma non è mai stata nazionalista. E poi aveva una componente di carattere sociale che ereditava voti comunisti in moltissime aree del Nord. Noi proponevamo di lavorare su questo, non al vertice ma alla base. E come si poteva fare un lavoro di questo genere se tutto veniva centralizzato a Roma e i rappresentanti locali non hanno nessuna autonomia? E infatti è tutto disperso. Al Nord, ora, l’organizzazione del Pd è franata completamente. Neanche volendo si potrebbe fare quel discorso. Ormai i buoi sono scappati dalla stalla. 

L’HUFFPOST

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