Andrea Crisanti e la villa storica: «L’ho presa con i risparmi. In tv vado sempre gratis»

di Marco Imarisio

Andrea Crisanti si dice «stupito dalle polemiche» dopo aver acquistato Villa Priuli Custoza, a Val Liona, in provincia di Vicenza: «Non vivo tra ori e lusso. Io e mia moglie occupiamo posizioni apicali da tempo e abbiamo sempre condotto una vita frugale»

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Professor Crisanti, era il momento giusto?
«Io e mia moglie abbiamo iniziato le trattative per quella villa con giardino in provincia di Vicenza un anno e mezzo fa. E quando abbiamo firmato il rogito, come potevo aspettarmi che la notizia diventasse di pubblico interesse?».

Forse per via del fatto che negli ultimi due anni non ha condotto una vita molto appartata?
«Se è per questo, ho una bella casa anche a Londra, dove lavoravo fino a pochi anni fa e avevo ottenuto riconoscimenti importanti. Eppure, non è mai successo che qualcuno ne discutesse».

Anche in Inghilterra le capitava di andare in televisione una settimana sì e l’altra pure?
«No, certo che no. C’è differenza, lo riconosco. Ma sono rimasto comunque sorpreso e colto alla sprovvista dal rilievo dato a una vicenda privata. A dirla tutta, ci sono rimasto male».

Lo prendiamo come un segno del fatto che non se ne può più, della pandemia e dei virologi divenuti celebrità televisive?
«Lo penso anch’io. Mi sembra evidente che la nostra stagione sta ormai finendo. Ci sono segni evidenti di un rigetto, non solo mediatico, nei nostri confronti. In questa fase, esiste anche una componente psicologica che porta a uno spirito di rivalsa verso chi ha avuto un’immagine pubblica per via di una tragedia enorme. Ma io non mi sono mai sentito un personaggio, mai. Vado in televisione, rispondo ai giornalisti, cerco di fare divulgazione. Non sono un divo, non vivo nel lusso e negli ori».

Vale la pena rispondere alle accuse di essersi arricchito con la pandemia?
«Sono io che le chiedo di lasciarmelo fare. Si può essere d’accordo o meno con quel che dico, ma non si dovrebbe mai scendere così in basso. Sfido chiunque a dimostrare che io ci abbia guadagnato un euro. In televisione, ci sono andato sempre gratis. I compensi per le mie consulenze li ho sempre girati al mio dipartimento. Se oltre ai soliti leoni da tastiera qualcuno ci mette la faccia sostenendo questa tesi vergognosa e infamante, lo denuncio».

Lei frequenta i social?
«Mi ci stavo avvicinando prima che tutto questo cominciasse. Poi, ho subito smesso. Se cominci a leggerli, e guardare cosa si dice sul tuo conto, finisci per riflesso incondizionato a pensare e agire per accontentare chi ti elogia oppure per blandire chi ti attacca. Ti fai condizionare in ogni caso, e perdi autenticità. E così quando ho capito che il mio lavoro e la mia opinione cominciavano ad avere un certo peso, ho deciso di isolarmi, di non leggere nulla sui social, di non utilizzarli».

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