Doccia gelata per Conte: niente quorum nel voto online del M5S

Luca Sablone

Altro che partecipazione massiccia. Alla fine il voto online del Movimento 5 Stelle ha fornito come risultato l’ennesimo flop. È rimasto deluso chi si aspettava un bagno di democrazia: in realtà è arrivata una doccia gelata per Giuseppe Conte, che non è riuscito a fare da calamita e a produrre un’affluenza dignitosa nella consultazione online. Nella giornata di ieri su SkyVote gli iscritti si sono espressi sulla proposta di modifica dello statuto e sulla contestuale revoca della deliberazione assembleare del 17 febbraio 2021, ma il responso è stato un buco nell’acqua.

Il tonfo dei 5 Stelle

Come riportato sul sito ufficiale del M5S, ad aver preso parte alla votazione sono stati solamente 34.040 iscritti. Pertanto non è stato raggiunto il quorum costitutivo e di conseguenza si procederà con l’assemblea in seconda convocazione: tutti gli iscritti abilitati potranno votare dalle ore 8 alle ore 22 di oggi, venerdì 11 marzo. Di certo questo rappresenta un nuovo capitombolo per i grillini, che avevano riposto buone speranze su un ritorno alla partecipazione online dopo la guida presa da Conte.

Doccia gelata per Conte

È il caso di ribadirlo: l’ex premier non sta riuscendo nell’effetto salvifico, in quel processo che ha come obiettivo la rinascita del Movimento 5 Stelle sia nell’azione politica sia nel consenso degli elettori. Gli animi non possono che essere turbati e toccati da questa ennesima figuraccia: se non si è riusciti a raggiungere il quorum in una questione interna, come si può pensare di incassare una quantità di voti tale da essere determinanti nello scenario politico?

A mettere il dito nella piaga è Lorenzo Borré, legale dei tre attivisti napoletani che hanno presentato il ricorso contro il nuovo statuto del Movimento e l’elezione di Conte alla guida del M5S: “Quella che molti commentatori politici hanno ritenuto una sfida al Tribunale di Napoli evidentemente non è piaciuta alla stragrande maggioranza degli associati, i quali probabilmente non credono che la democrazia si affermi con petizioni antidemocratiche, quali quelle che riservano ad uno solo di loro la possibilità di guidare il partito”.

Un’ulteriore sconfitta è arrivata proprio nei giorni scorsi: martedì il tribunale di Napoli ha rigettato l’istanza avanzata dal M5S per la revoca dell’ordinanza di sospensione dello statuto e della successiva elezione del presidente grillino. I vertici restano congelati e così l’operato rischia di ingolfarsi ancora di più, con una battaglia intestina di tutto rilievo. E Borrè, pur ritenendo che le modifiche verranno approvate dalla base pentastellata, si pone un interrogativo: “Considerati i vizi che le minano e ne predicono l’annullamento, mi domando: che senso ha tutto questo?”.

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