Stoltenberg (Nato): «Nessuna no-fly zone, diamo più armi a Kiev e ci rafforziamo a Est»
Parla il segretario generale: «Dobbiamo adattare l’alleanza atlantica al mondo che cambia e diventa più competitivo. La Russia e la Cina agiscono insieme»
dalla nostra corrispondente
BRUXELLES — «O si crede nella
democrazia e nella libertà oppure no. Io credo nei valori democratici e
la Nato li protegge. La Russia no, li viola. È la differenza tra
democrazia e autocrazia». Il segretario generale della Nato,
Jens Stoltenberg,
risponde alle domande del Corriere al termine della riunione dei ministri della Difesa della Nato. E spiega così perché lo slogan «né con la Nato né con la Russia» per lui non sia comprensibile.
Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina
Ha detto che siamo in un momento decisivo per la sicurezza europea. Cosa intende?
«Ci troviamo di fronte a una nuova realtà, la Russia sta contestando
i principi al cuore della nostra sicurezza: il diritto di ogni nazione
di scegliere il proprio percorso e il diritto della Nato di difendere i
propri alleati. Mosca è disposta a usare la forza per ottenere i suoi obiettivi:
ha invaso l’Ucraina, una nazione indipendente e pacifica. E cerca di
influenzare la Nato chiedendo di ritirare tutte le nostre forze dai
Paesi che si sono uniti all’Alleanza dopo il 1997. Abbiamo 30 membri, di
cui 14 hanno aderito dopo quella data. Dunque la Russia pretende per
questi Paesi una sorta di membership di seconda classe, per cui non
avremmo il diritto di proteggerli come facciamo con l’Italia o qualsiasi
altro Paese alleato. Questa è la nuova realtà».
Per quanto tempo l’Ucraina può resistere all’attacco russo? Per la Polonia serve una missione di pace della Nato.
«Il presidente Putin ha totalmente sottostimato la forza e il
coraggio dell’esercito ucraino, dei cittadini e della leadership
politica. La Nato per anni ha fornito supporto agli ucraini, mettendo
a disposizione equipaggiamento militare e addestrando migliaia di
truppe che ora sono in prima linea. Non voglio speculare sui prossimi
sviluppi, ma gli alleati proseguiranno con il loro sostegno,
continueremo a imporre costi pesantissimi con le sanzioni e rafforzeremo
la nostra presenza a Est tra i Paesi dell’Alleanza per prevenire
un’escalation. Sosteniamo gli sforzi per la pace, i negoziati tra
Ucraina e Russia, ma non abbiamo intenzione di dispiegare truppe Nato in
Ucraina perché la Nato non è parte del conflitto».
Ieri Mosca ha chiesto agli Usa di non fornire più armi a Kiev. E il presidente Zelensky di chiudere lo spazio aereo.
«L’Ucraina è una nazione sovrana e indipendente, con un governo
eletto democraticamente, ha il diritto di autodifendersi. Noi aiutiamo
l’Ucraina nel difendere il suo diritto. E gli alleati lo hanno
confermato anche alla riunione dei ministri della Difesa: continueremo
con il nostro sostegno. Forniamo sistemi di difesa antiaerea e
antimissile, ma una no-fly zone implica attaccare o abbattere aerei russi, perché la no-fly zone non è qualcosa che si dichiara ma che si impone e questo porterebbe a una guerra tra Nato e Russia con ancora maggiore distruzione».
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