Il ritorno del telefono rosso
Ci sono soluzioni da costruire. Un “modello ucraino” che parta dalle specifiche condizioni di un paese aggredito, invaso, senza alcuna ragione a cui deve essere garantita l’integrità territoriale presente e futura. Un imperativo politico e morale a cui nessuno può sottrarsi. Ed il primo segnale non può che essere quello di una evidente de-escalation, di un cessate il fuoco. Di cui, al momento, non si intravede nessun segnale. Anzi. Il bombardamento del teatro di Mariupol stracolmo di civili inermi ne è un’ angosciante conferma. Da qui le durissime parole pomeridiane di Biden e l’impegno a fornire all’Ucraina droni e nuovi sistemi antiaerei. Un discorso che è apparso, insieme, un’immediata risposta all’appello di Zelensky e ad un segnale forte a Mosca. Si può, si deve trattare ma nessuno pensi di poterlo fare con la pistola dell’aggressore puntata alla tempia dell’aggredito. A buon intenditor poche parole. Ed il generale Nikolai Patrushev può essere un buon intenditore. Forse il migliore attualmente disponibile sulla piazza Rossa.
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