Guerra in Ucraina, tre italiani su quattro riducono i consumi
Solo una piccola parte della popolazione propenderà per comportamenti da «economia di guerra», per esempio prelevare una quota rilevante di risparmi dalla propria banca (7%) e acquistare pastiglie di iodio da assumere in caso di contaminazione radioattiva (4%).
È assai probabile che la situazione di incertezza (a cui si aggiunge il ritorno dell’inflazione) possa determinare una contrazione della domanda interna. Riguardo agli interventi del governo per contenere l’aumento delle bollette energetiche per famiglie ed imprese, per limitare l’impatto dei rincari sui carburanti e per ridurre in breve tempo la dipendenza energetica dell’Italia da altri Paesi, il 12% li considera sufficienti per raggiungere gli obiettivi, la maggioranza relativa (42%) esprime la consapevolezza che probabilmente si tratti di misure insufficienti ma non si possa fare di più data la situazione dei nostri conti pubblici, mentre uno su quattro (25%) è decisamente critico e reclama interventi più incisivi anche a costo di aumentare l’indebitamento.
Quali interventi si aspettano i cittadini per contenere l’aumento dei prezzi dei carburanti? Innanzitutto, la riduzione dell’Iva e delle accise (55%), poi un accurato monitoraggio dei prezzi e la segnalazione alla magistratura degli aumenti ingiustificati (37%), quindi la definizione di un limite massimo ai prezzi (18%) e infine l’applicazione di uno sconto di alcuni centesimi al litro come deciso in Francia e in Germania (17%).
Il presidente Draghi la scorsa settimana aveva dichiarato che pur non essendo in un’economia di guerra avremmo dovuto prepararci; nella conferenza stampa di giovedì scorso ha evocato la possibilità di «entrare in una logica di razionamenti» qualora lo scenario dovesse peggiorare. Ebbene, come abbiamo visto nel sondaggio odierno, gli italiani si stanno adeguando alla situazione e fanno di necessità virtù. In generale nell’attuale contesto di preoccupazione e di incertezza riguardo al futuro, tra i cittadini oltre allo spirito di adattamento prevale il buon senso. E tra gli aspetti positivi vanno anche sottolineate le tante iniziative di raccolta fondi e di beni di prima necessità per la popolazione ucraina che si sono moltiplicate nel paese, nonché gli atteggiamenti riguardo all’accoglienza dei profughi, assai diversi da quelli manifestati in anni recenti, quando la questione dei migranti e dei rifugiati era al centro del dibattito politico e mediatico. Come spesso accade nelle situazioni più critiche, gli italiani sono capaci di dare il meglio di loro stessi.
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