I misteri intorno a Putin: sabotaggi, complotti e due super-falchi «spariti»

di Marco Imarisio

Sin dall’inizio della guerra non appaiono in pubblico il ministro della Difesa Shoigu e il capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov. Alcuni ufficiali di alto grado dei servizi segreti sono stati licenziati. E si apre il fronte dei possibili «sabotaggi» interni

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La nebbia di guerra avvolge il Cremlino. E lo rende ancora di più un mistero all’interno di un enigma, tanto per parafrasare Winston Churchill e la sua celebre definizione della Russia. La festa allo stadio Luzniki per l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea sarà ricordata anche per la bizzarra interruzione del discorso di Vladimir Putin. «Guasto tecnico» ha detto Dmitrij Peskov, il portavoce del presidente. «Oppure sabotaggio» ha chiosato dal carcere il dissidente Aleksej Navalny. È quel che molti hanno pensato.

Alla luce delle tre pause innaturali fatte da Putin mentre parlava sul palco, l’ipotesi più probabile rimane quella di un guasto allo schermo del suggeritore. Ma non è stato l’unico problema di quello che doveva essere «L’evento», pianificato per dissolvere ogni dubbio sull’unità del Paese. Durante l’intervento della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, è saltato il sonoro della diretta televisiva per almeno trenta secondi. Scena muta, solo immagini. Ce n’è abbastanza per non escludere un attacco hacker, tesi che riscuote un certo credito presso i siti indipendenti di informazione.

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina

I tempi del conflitto
Putin ripete che «l’operazione militare speciale» procede secondo i piani. Ma qualcosa non sta andando come previsto. Come i tempi del conflitto. Il piano iniziale prevedeva una marcia trionfale tra le regioni russofone, salutata con favore dalla popolazione locale pronta a ribellarsi all’esercito «nazista» dell’Ucraina. Al massimo, un mese. Ormai ci siamo quasi. Ancora non si vede la fine.

Fin dai primi giorni, non appaiono in pubblico il ministro della Difesa Sergej Shoigu , il falco che sussurra all’orecchio del presidente, e il capo di Stato Maggiore Valerij Gerasimov. Chissà se è un caso. Il precedente del licenziamento di alcuni ufficiali di alto grado dell’Fsb , il servizio di sicurezza russo, accusati di aver sbagliato le previsioni, autorizza qualche sospetto. La guerra continua, ma sta cambiando.

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