I misteri intorno a Putin: sabotaggi, complotti e due super-falchi «spariti»
Proprio ieri sera gli analisti militari di Russia Today incaricati di commentare da studio le gesta belliche dei soldati russi, spiegavano la relativa importanza strategica di una eventuale conquista di Kiev, ponendo invece l’accento sul corridoio che va dal Donbass alla Crimea, senza mai menzionare le città più importanti dell’Ucraina. Come a dire, questo sarebbe il sottinteso, che il vero obiettivo è una vittoria parziale e immediata, che eviterebbe il rafforzamento della posizione negoziale di Zelensky e una lunga guerra di occupazione per la quale sembrano mancare mezzi, risorse e rinforzi. Non è una correzione di rotta da poco.
Voci contro
La teoria del complotto non si addice al gesto coraggioso di Marina Ovsyannikova , la giornalista che pochi giorni fa ha fatto irruzione durante il telegiornale della sera per protestare contro la guerra. Ma quel è successo non sembra avere una spiegazione logica, in un ambiente controllato in come quello dell’informazione russa. Non è stato l’unico segnale mediatico in contrasto con la narrazione di Stato.
La scorsa domenica è avvenuta una cosa inaudita, per chi conosce bene Vladimir Solovyov, l’anchor man più popolare di Russia e più vicino a Putin che ci sia, oligarca a sua volta con tanto di villa sul lago di Como oggi sotto sequestro.
Il suo show è registrato. Non passa spillo in scaletta senza il consenso del Cremlino. Eppure, due ospiti anche loro di stretta osservanza presidenziale, il regista Karen Sachnazarov e il deputato Semyon Bagdasarov, hanno «osato» riconoscere l’impatto forte delle sanzioni e i fallimenti dell’esercito. Potrebbe essere una messa in scena per mostrare pluralismo. O forse l’inizio di una operazione mediatica per preparare il terreno al racconto di un finale diverso. Ma qui si torna al caro vecchio Churchill. E alla nebbia fitta che circonda il Cremlino.
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