Guerra Russia-Ucraina, Odessa sotto attacco dei missili. Orrore a Bucha: esecuzioni di civili disarmati, cadaveri per strada e in fosse comuni. Corridoio per evacuare gli stranieri da Mariupol

7.00 – L’intelligence britannica: prosegue il blocco nel Mar Nero, rischio mine
Secondo l’ultimo aggiornamento diffuso dall’intelligence britannica, le forze navali russe mantengono il loro blocco a distanza delle coste ucraine nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, impedendo l’arrivo di approvvigionamenti via mare. La Russia conserva ancora la capacita’ di tentare uno sbarco anfibio, ma l’operazione si presterebbe con molta probabilità al rischio determinato dal fatto che le forze ucraine vi si sono preparate. Le mine nel Mar Nero continuano a costituire un serio rischio per le attività marittime, anche se rimane poco chiara e controversa la loro presenza, è quasi certamente dovuta, secondo l’intelligence britannica, alle operazioni navali russe nell’area e ciò dimostra come l’invasione russa dell’Ucraina stia colpendo interessi civili e neutrali.

6.30 – Zelensky: i russi vogliono prendere Donbass e sud
«Qual è l’obiettivo delle truppe russe? Vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo video-messaggio notturno. «Qual è il nostro obiettivo? Difendere noi stessi, la nostra libertà, la nostra terra e il nostro popolo», ha proseguito Zelensky, aggiungendo che le forze ucraine che stanno riprendendo le zone intorno a Kiev e Chernihiv non stanno consentendo ai russi di ritirarsi senza combattere.

5.30 – Forti esplosioni a Odessa, città sotto attacco
Forti esplosioni sono state segnalate poco dopo le 6 locali (le 5 in Italia) a Odessa. Lo riferiscono sui social media gli abitanti della città ucraina. Le deflagrazioni sono avvenute nei pressi del centro, in direzione nord. Probabilmente si tratta di missili lanciati sulla città.

Diverse colonne di fumo si sono alzate sopra la città, dove hanno risuonato a lungo le sirene di allarme antiaereo. Gli abitanti riferiscono anche dei bagliori di un incendio visibili da lontano. Le esplosioni sono state almeno una decina. Secondo il giornale online ‘Odessa Life’, è stata colpita “un’infrastruttura critica”, mentre sui social si parla di un attacco a vari depositi di carburante.

4.30 – Il Cremlino: il nostro obiettivo è salvare repubbliche separatiste
«La sovranità delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk è stata riconosciuta dalla Russia. Abbiamo riconosciuto la loro indipendenza, le abbiamo riconosciute come stati indipendenti. L’operazione militare speciale è stata avviata su richiesta di queste due repubbliche: uno degli obiettivi principali consiste nel salvare queste repubbliche e ripristinare la loro statualità entro i confini del 2014, entro i confini sanciti dalla costituzione delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk», Lo ha detto – come riporta la Tass – il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista televisiva con il canale Bielorussia-24.

03.49 – Bombardieri in volo, sirene in molte città
Tornano a suonare le sirene per possibili attacchi aerei in Ucraina. L’allarme è scattato alle 4.20 locali (3.20 in Italia) in molte città, tra cui Kiev, Leopoli, Dnipropetrovsk e Odessa. Le autorità ucraine hanno segnalato la presenza di bombardieri russi in volo che potrebbero sganciare ordigni su infrastrutture e insediamenti civili.

03.41 – Zelensky: i russi vogliono prendere Donbass e sud
«Le truppe russe vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina. Siamo consapevoli che il nemico ha riserve per aumentare la pressione a est. Qual è il nostro obiettivo? Proteggere la nostra libertà, la nostra terra, la nostra gente». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo discorso video notturno, come riporta il Guardian. «Stiamo rafforzando le difese – ha aggiunto – nella zona orientale e nel Donbass. Bisogna elogiare il coraggio e la resilienza di coloro che difendono le città, ma anche dire che il nostro Paese non ha ricevuto abbastanza moderni sistemi antimissilistici dagli alleati occidentali».

03.06 – Cremlino: l’Ucraina è un paese ostile per la Russia
«Nelle condizioni moderne, l’Ucraina è un paese difficile e ostile per la Russia». Lo ha detto – come riporta la Tass – il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista televisiva con il canale Belarus-24. «Questo è un Paese che, di fatto, ha completamente proibito qualsiasi media di lingua russa. Questo è un Paese che ha reso la lingua russa secondaria e così via», ha aggiunto l’addetto stampa presidenziale.

03.04 – Ministero Difesa britannico: i russi non hanno il controllo dei cieli
«Nonostante i continui sforzi russi per ridurre la capacità di difesa aerea ucraina, l’Ucraina continua a rappresentare una sfida significativa per le operazioni aeree e missilistiche della Russia. Gli aerei russi sono ancora vulnerabili ai sistemi di difesa aerea a corto e medio raggio. L’incapacità della Russia di trovare e distruggere i sistemi di difesa aerea ha seriamente ostacolato i loro sforzi per ottenere un ampio controllo dell’aria, che a sua volta ha influito in modo significativo sulla loro capacità di supportare l’avanzata delle loro forze di terra su numerosi fronti». È quanto si legge nel report di aggiornamento sul conflitto in Ucraina rilasciato dal Ministero della Difesa del Regno Unito. «Nell’ultima settimana – si legge ancora – c’è stata una concentrazione dell’attività aerea russa verso il sudest dell’Ucraina, probabilmente a causa del fatto che la Russia ha concentrato le sue operazioni militari in quest’area».

02.45 – Riprese forniture gas nella regione di Lugansk
E’ stata ripristinata la fornitura di gas per oltre 100.000 abitanti nella regione di Lugansk. Lo ha riferito – come riporta Ukraina Pravda – il servizio stampa del Gestore dei sistemi di trasporto del gas dell’Ucraina, dopo che i tecnici hanno localizzato e riparato la sezione del gasdotto danneggiata dai bombardamenti. «La situazione con la fornitura di gas ai residenti della regione di Luhansk – spiega il gestore – rimane difficile a causa dei combattimenti. Parte della regione è senza fornitura di gas a causa dei danni al gasdotto principale».

02.33 – Ucciso il regista Kvedaravicius a Mariupol
Il regista lituano Mantas Kvedaravičius, di 45 anni, è stato ucciso mentre cercava di lasciare in auto la città assediata di Mariupol, nel sud dell’Ucraina. La notizia è stata rilanciata dai media lituani. Kvedaravičius era alla guida di un’auto che è stata colpita da un razzo: condotto d’urgenza in ospedale, è morto poco dopo il ricovero. Kvedaravičius era molto conosciuto per alcuni documentari che sono stati premiati nei principali festival europei, tra cui Barzakh (2011) sulla Cecenia e Mariupolis (2016).

02.10 – Stato maggiore Kiev: diminuita intensità attacchi
«Il nemico continua a effettuare sistematici attacchi missilistici e aerei con armi ad alta precisione su obiettivi militari e civili, ma l’intensità è diminuita». Lo dichiara lo Stato maggiore delle forze armate ucraine nel quotidiano report. «Ulteriori unità nemiche – si legge – si stanno preparando a prendere parte alle ostilità sul territorio dell’Ucraina. Si prevede la creazione di battaglioni ‘volontari’ di residenti dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina e mercenari». Secondo lo Stato maggiore ucraino, «nella Slobozhanshchyna il nemico continua a bloccare parzialmente la città di Kharkiv e bombarda le aree residenziali e industriali della città con sistemi di artiglieria di vario tipo, l’intensità dei bombardamenti è diminuita, le unità delle forze di occupazione si stanno raggruppando, probabilmente per continuare le operazioni attive nella direzione di Izium». «Nella direzione di Donetsk – prosegue il report – il nemico ha continuato a sparare su alcune unità delle Forze armate ucraine e a condurre operazioni d’assalto in alcune aree. Gli sforzi principali degli occupanti si sono concentrati sugli insediamenti di Rubizhne e Popasna, sulla preparazione per l’attacco a Severodonetsk, sull’ottenimento del pieno controllo di Mariupol, nonché sull’accesso a Vugledar e Marinka».

01.58 – Kuleba: nuove sanzioni per evitare raggiro blocchi
«Il quinto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia impedirà di utilizzare scappatoie per aggirare le restrizioni». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, come riferisce Ukrinform. «L’Unione Europea – ha spiegato – ha imposto quattro pacchetti di sanzioni. La loro applicazione viene valutata quotidianamente e vengono individuate le lacune. Il quinto pacchetto di sanzioni che sarà adottato a breve eliminerà un enorme blocco di scappatoie, identificato nell’ultimo mese, che la Federazione Russa ha utilizzato per aggirare le sanzioni».

01.44 – Zelensky: più siamo più sarà difficile distruggerci
«Quando la gente protesta, e più gente protesta, più è difficile per gli occupanti distruggerci, distruggere la nostra libertà. Questa è la nostra lotta comune! E sarà la nostra vittoria comune». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un video diffuso sui social. «Sono grato a tutti coloro che scendono in strada nelle città temporaneamente occupate – ha aggiunto Zelensky – a tutti coloro che non hanno paura ed escono. Sono grato a tutti coloro che hanno paura ed escono. A tutti quelli che sentono che senza questa decisione di difendere l’Ucraina e la loro libertà, gli occupanti possono prendere piede».

01.01 – Stati baltici bloccano importazioni di gas dalla Russia
Gli stati baltici hanno bloccato le importazioni di gas dalla Russia. Lo stop è scattato dal primo aprile in Lettonia, Lituania ed Estonia. «Anni fa il mio paese ha preso decisioni che ci consentono oggi di recidere facilmente i legami energetici con l’aggressore», ha detto alla radio lettone Uldis Bariss, ceo di Conexus Baltic Grid, aggiungendo: «Se possiamo farlo, anche il resto d’Europa può farlo». I paesi baltici sono ora serviti da riserve di gas immagazzinate sottoterra in Lettonia. Il presidente lituano Gitanas Nauseda su Twitter ha invitato anche il resto dell’Unione europea a seguire l’esempio dei paesi baltici.

00.23 – Disattivati a Irpin oltre 640 ordigni lasciati dai russi
Più di 640 ordigni esplosivi sono stati disattivati nella città liberata di Irpin vicino a Kiev in un giorno. Lo riferisce Kiev Independent su Twitter. Il sindaco di Irpin ha riferito che la città non sarà sicura per un mese, e che militari ucraini la ripuliranno dagli esplosivi lasciati dai russi.

00.05 – Mosca: corridoio umanitario a Mariupol per evacuare stranieri
Le forze armate russe apriranno un corridoio umanitario che porta da Mariupol a Berdyansk per l’evacuazione dei cittadini stranieri. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo. Lo riporta la Tass. Una decisione, viene spiegato, presa «in accordo» con la richiesta del presidente turco Erdogan a Vladimir Putin. «Forniremo piena assistenza nell’evacuazione dei cittadini di Stati stranieri tenuti in ostaggio dai restanti militanti dei battaglioni nazionalisti in alcune aree di Mariupol», ha spiegato il colonnello Mikhail Mizintsev. La Russia ha invitato le organizzazioni internazionali a chiedere a Kiev di notificare la disponibilità ad evacuare gli stranieri entro le 03.00 ora di Mosca del 3 aprile, ossia le 04.00 in Italia. Lo riferisce la Tass.

00.01 – Bucha, i soldati usano cavi per togliere i corpi dei civili dalle strade
I giornalisti dell’Associated Press a Bucha, un sobborgo a nord-ovest di Kiev, hanno visto soldati ucraini sostenuti da una colonna di carri armati e altri veicoli blindati usare dei cavi per trascinare via i corpi da una strada. L’operazione di rimozione dei cadaveri veniva effettuata in questo modo per timore che potessero essere stati imbottiti di esplosivo. La gente del posto ha detto che i morti – il giornalista ne contava almeno sei – erano civili uccisi alla partenza dai soldati russi senza provocazione. «Quelle persone stavano solo camminando e gli hanno sparato senza motivo. Bang», ha detto un residente di Bucha che ha rifiutato di dare il suo nome adducendo motivi di sicurezza. «Nel prossimo quartiere, Stekolka, era anche peggio. Sparano senza fare domande».

Così i militari ucraini liberano dalle mine l’autostrada Kiev-Varsavia


LA STAMPA

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