C’è un giudice a Washington

Nessun dubbio: la tossica faida politica americana, che ha diviso il Senato con acide domande dall’opposizione a Brown Jackson, permane, e la solida maggioranza della Corte, 6 a 3, è appannaggio di conservatori e destra estrema, con tre giudici nominati dall’ex presidente Donald Trump. Eppure, Biden e Brown Jackson motivano una leva di ragazze e ragazzi, con Abigail Hall, 23 anni, studentessa di legge ad Harvard a scherzare: «Pensavo che sarei stata io la prima afroamericana alla Corte Suprema, seconda dopo K.B.J è OK!». Diritto e costituzioni non sono il freddo marmo scolpito per sempre, invocato ora dalle nostalgiche letture del nostro articolo 11 su guerra e pace. Insegnava con saggezza Thurgood Marshall, primo giudice costituzionale afroamericano nominato nel 1967 (solo 11 senatori repubblicani contrari…): “La strada della democrazia è strada di mutamento. Le nostre leggi non sono congelate in forma immutabile, sono in perenne revisione, secondo i bisogni della società in perenne evoluzione”.

REP.IT

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