Elezioni Francia, chi deciderà il presidente?

di Stefano Montefiori

Partita aperta, ma soltanto Zemmour indica di votare Le Pen. Mélenchon è fondamentale

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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI – La «tartaruga sagace» non ce l’ha fatta, anche se di poco. Jean-Luc Mélenchon aveva promesso di riacchiappare alla fine tutte le lepri che lo avevano superato, come nella favola di La Fontaine: ci è riuscito con tutti i rivali a sinistra e anche con la destra gollista di Valérie Pécresse e soprattutto con l’estrema destra del nemico giurato Eric Zemmour, ma Macron e Le Pen gli sono sfuggiti (quest’ultima di un soffio). A 70 anni e alla terza elezione presidenziale Mélenchon ha ottenuto comunque un grande risultato, un 21% fondamentale per decidere il vincitore del ballottaggio.

Cinque anni fa la sua dichiarazione di voto al secondo turno era stata giudicata timida, poco chiara, un’acrobazia retorica per non prendere chiaramente posizione tra Macron e Le Pen. Stavolta, pochi minuti dopo l’inizio di un discorso commovente — «Guardate me, non ho mai abbassato le braccia, non ho mai rinunciato alla lotta, dovete fare come me!» —, il leader della sinistra radicale pronuncia una frase che potrebbe risultare decisiva: «Non bisogna dare un solo voto a Marine Le Pen. Sono stato chiaro? Perché certe volte dico le cose ma non vengo ascoltato allora ricomincio da capo: Non bisogna dare un solo voto a Marine Le Pen». E lo ripeterà altre due volte, per fare ridere i suoi sostenitori e per ribadire che il suo partito, la France Insoumise, certo non ama Macron ma non potrà mai sostenere l’estrema destra di Marine Le Pen.

Non era una presa di posizione scontata, perché in questi anni l’ostilità a sinistra verso «il presidente dei ricchi» Macron è cresciuta in modo straordinario, tanto che negli ultimi sondaggi il «voto contro Macron» sembrava superare il «voto contro Marine». Mélenchon, amatissimo dai giovani (fascia 18-34 anni), ribadisce che c’è un principio sempre valido, e cioè che l’estrema destra non deve andare al potere. Seguendo la stessa bussola invitano direttamente a votare per Macron la socialista Anne Hidalgo, l’ecologista Yannick Jadot, il comunista Fabien Roussel e anche l’esponente della destra gollista Valérie Pécresse, una delle delusioni più grandi di queste elezioni.

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