Il risiko del gas
Nel governo spagnolo si guarda con preoccupazione a queste schermaglie, ma non c’è alcun rimprovero da fare all’Italia, che in questi movimenti di gelosie geopolitiche avrebbe giocato un ruolo passivo. Al contrario sul tema energetico le interlocuzioni tra Roma e Madrid sono sempre più frequenti, come dimostrato dal vertice di Villa Madama, con Draghi e Sánchez. In ballo c’è anche un progetto di un gasdotto che potrebbe collegare Barcellona con la costa ligure. Una vera concorrenza tra Italia e Spagna d’altronde non avrebbe ragione di esistere, troppo diversa: l’Italia consuma 76 miliardi di metri cubi di gas all’anno, contro i 33 della Spagna, dove sono attivi sei rigassificatori (contro i nostri tre), oltre alle centrali nucleari e una quota di eolico molto maggiore.
Quello di oggi ad Algeri è solo il primo passo. Il Paese nordafricano è una sponda importante per l’Italia. È il secondo fornitore di gas (31%) dopo la Russia (40%) ed è il primo partner commerciale in Africa. Draghi e Tebboune – che dovrebbero rivedersi ad Algeri per un vertice intergovernativo nei prossimi mesi – firmeranno un protocollo d’intesa per implementare l’export di gas. L’accordo sarà siglato tra Eni e Sonatrach, la società energetica di Stato. L’obiettivo è di aumentare la capacità di trasporto di Transmed, il gasdotto che sbuca sulle coste della Sicilia. L’incremento può arrivare fino a 10 miliardi, da aggiungere agli attuali 21 miliardi di metri cubi l’anno. Dopo Pasqua Draghi sarà anche in Congo, per la firma del contratto che garantirà altri 5 miliardi di metri cubi di gas all’Italia. Ancora non sono state programmate, invece, le tappe in Mozambico e Angola.
LA STAMPA
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