Lavrov choc, bufera dopo l’intervista su Retequattro: “Aberrante e osceno”
Niccolò Carratelli
ROMA. Si va da «inaccettabili» a «deliranti», passando per «vergognose». Condanna unanime per le affermazioni fatte l’altro ieri da Sergei Lavrov, in prima serata su Rete4. Il premier, Mario Draghi, le definisce «palesemente false e aberranti», se non «oscene nella parte riferita a Hitler» e alle (false) origini ebraiche del Führer, subdolamente paragonato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «I maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei» è arrivato a dire il ministro degli Esteri russo, ospite della trasmissione Mediaset “Zona Bianca”. Dichiarazioni che hanno scatenato la reazione furiosa di Israele. Il premier Naftali Bennett le definisce «menzogne gravi», mentre per il ministro degli Esteri, Yair Lapid sono «imperdonabili, oltraggiose e un terribile errore storico». Per il quale il governo israeliano «si aspetta le scuse», tanto che l’ambasciatore russo è stato «convocato per consultazioni». Da Kiev arriva anche il commento dello stesso Zelensky: «Le parole di Lavrov dimostrano che a Mosca hanno dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale – dice – o forse non le hanno mai imparate».
Ucraina, Draghi: “Intervista Lavrov? In Italia libertà d’espressione, ma sue opinioni false e aberranti”
Intervista o comizio
Di fronte a questo polverone internazionale, la politica italiana discute in merito all’opportunità e alle modalità dell’intervista a Lavrov. Draghi non usa mezzi termini: «Più che un’intervista è stato un comizio senza contraddittorio – attacca -. Dal punto di vista professionale e giornalistico non è un granché». Per il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, quanto accaduto è «un’onta per l’Italia intera» e la frase con cui il conduttore del programma lo ha salutato («Buon lavoro, ministro») è «l’abisso». Il diretto interessato, Giuseppe Brindisi, parla di «dovere di ospitalità» e «galateo», respinge l’accusa di eccessiva accondiscendenza e rivendica l’intervista come «una medaglia, la rifarei stasera – assicura – e, se fosse possibile, inviterei anche Putin». In sua difesa arriva il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che si complimenta per lo «scoop»: «Qualunque giornalista avrebbe fatto quell’intervista e la trasmissione ha sempre avuto posizione anti-russe – dice – e poi noi non siamo in guerra con la Russia». Anche Giuseppe Conte condanna le parole di Lavrov, ma non la scelta di mandarlo in onda: «Avrei però adottato qualche cautela in più, per evitare che ci fosse una propaganda russa, e avrei contestato qualche passaggio durante la sua intervista», spiega il presidente M5s. Pieno sostegno a Mediaset, invece, da Lega e Fratelli d’Italia. «Lavrov ha detto cose criticabili come quelle sull’Olocausto o come accostare Hitler a Zelenski – dice Matteo Salvini -. Sono idee che si possono criticare, ma non si può chiedere la censura a Mediaset». Mentre secondo Giorgia Meloni, «dopo le bestialità affermate dal ministro Lavrov, gli italiani hanno ben compreso quanto siano insensate le giustificazioni del governo russo sull’invasione in Ucraina», ma di quelle parole «non può essere data la responsabilità a Mediaset». La stessa azienda, con una nota del direttore generale delle news Mauro Crippa, rivendica di aver prodotto «un documento che fotografa la storia contemporanea» e sottolinea di avere «ben chiaro chi ha voluto e cominciato questo conflitto».
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