Frecciate dal palco e incontri negati: così a Milano naufraga il centrodestra

FRANCESCO OLIVO

Matteo Salvini ha provato fino all’ultimo a passare alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, prima «per un saluto non politico, ma affettuoso». Il vertice improvvisato è fallito venerdì e poi sabato, considerato dai dirigenti di FdI un tentativo di oscurare mediaticamente la conferenza programmatica della destra. I contatti poi sono ripresi e Salvini ha proposto una visita di cortesia al centro congressi tra i grattacieli di City Life domenica mattina alla chiusura dei lavori. Ma anche in questo caso le trattative sarebbero naufragate sui dettagli logistici. Il leader della Lega avrebbe, infatti, dato la sua disponibilità a presentarsi al mattino, nel corso del concerto dei «lavoratori non tutelati», che apriva la giornata, ma non ad ascoltare la relazione conclusiva di Meloni. Il sospetto dei dirigenti di FdI era che Salvini in questo modo si sarebbe preso i riflettori, e così si decide di respingere l’offerta. «Se si fosse seduto in platea per ascoltare Giorgia lo avremmo accolto volentieri», si raccontava intorno al palco alla fine del congresso. L’atteggiamento dei meloniani ha indispettito Salvini: «Mi hanno dato dell’imbucato alle feste, e io non sopporto quelli che si imbucano». Cose da «asilo infantile», dirà Meloni, aggiungendo che «alla gente non frega nulla di quando ci vediamo io e Salvini». Tutto vero, ma dietro alle beghe di agenda e alle suscettibilità personali c’è una questione seria: tra i partiti non ci si fida più reciprocamente. Tra i Fratelli d’Italia tutte queste liti hanno fatto spuntare dei dubbi seri: «Con queste premesse un futuro governo di centrodestra durerebbe pochissimo», ragionava domenica un dirigente di peso. Non vuol dire certo rinunciare alle alleanze, ma sicuramente metterle in discussione. «La cosa più importante che abbiamo è la credibilità», ripete spesso Meloni ai suoi e un esecutivo litigioso la metterebbe in forte discussione. Così è arrivato il messaggio agli alleati: «O ci diamo delle regole o siamo pronti ad andare da soli».

Lega e Forza Italia avevano messo nel conto qualche bordata, la conferenza programmatica di Milano era un palcoscenico troppo importante e Meloni doveva parlare ai suoi. Le previsioni sono state rispettate. Meloni ha parlato due volte, venerdì in apertura del congresso e domenica chiudendo i lavori e per gli alleati non è stato un bel sentire. In apertura la presidente di FdI ha ignorato del tutto il centrodestra, concentrandosi sul programma «per un governo conservatore» e non per questione di tempo, visto che il discorso è durato 70 minuti. Il primo maggio invece, in conclusione della conferenza sono arrivate le bordate.

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