Il discorso di Putin alla Festa della Vittoria: ecco cosa dirà oggi lo Zar
L’intervento del presidente russo a Mosca è previsto intorno alle 10.30 ora italiana. Molti analisti sono convinti che Putin potrebbe usare questa ricorrenza per «riconfezionare» l’Operazione militare speciale in Ucraina
DAL NOSTRO INVIATO
MOSCA – L’unica certezza è che sulla Piazza Rossa sfileranno per prime due belle testate nucleari. Ieri mattina i missili da fine del mondo SS-18, altrimenti detti Satan, sono stati anche benedetti dai diaconi della Chiesa ortodossa. Alla parata del 9 maggio
fecero la loro prima apparizione nel 2008, e tre mesi dopo la Russia invase la Georgia. Sparirono per alcuni anni, per fare ritorno in pianta stabile nel 2013, quando spiravano già venti di guerra nel Donbass e in Crimea. La loro presenza alla manifestazione di oggi costituisce già un primo segnale, un avviso al mondo occidentale.
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Vladimir Putin sa che tutti ma proprio tutti ascolteranno il suo discorso, previsto intorno alle 10.30 del mattino ora italiana. Mai la Festa della Vittoria, la più importante e sentita per i russi, aveva avuto questa eco internazionale. Quello di oggi è un giorno che al tempo stesso rappresenta per il presidente russo una opportunità e un rischio. Molti analisti si dicono convinti del fatto che potrebbe usare questa ricorrenza per «riconfezionare» l’Operazione militare speciale in Ucraina. Dopo una prima fase che ormai anche fonti molto vicine al Cremlino non esitano a definire «disastrosa», qualcosa deve pur cambiare, altrimenti si rischia il pantano, mentre la sola cosa che avanza è l’effetto sempre più percepibile delle sanzioni economiche.
La prima opzione, quella della mobilitazione generale, viene giudicata improbabile, almeno nella sua forma più compiuta. Anche perché potrebbe creare più problemi che vantaggi reali, con decine di migliaia di riservisti chiamati al fronte all’improvviso, senza alcuna preparazione, e costretti a lasciare il loro lavoro. La guerra totale renderebbe all’improvviso impopolare l’Operazione militare speciale e chi l’ha decisa. Oltre a prevedere un costo economico folle, alzerebbe anche le aspettative generali su un esercito che sta dando prova di non essere una invincibile armata.
Putin potrebbe invece offrire quello che gli esperti chiamano «sandwich». Da una parte un discorso che celebra una vittoria qualunque, che sia Mariupol o Kherson, pazienza se da quelle parti si combatte ancora, e dall’altra un discorso che prepara la popolazione a tempi più lunghi. Non più una Operazione speciale, ma quasi normale, magari accompagnata da una mobilitazione su base volontaria, come quella che potrebbe essere lanciata sul web, dove già sono apparsi alcuni annunci che sembravano la prova generale di una campagna di reclutamento online.
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Non mancherà qualche tocco di retorica nucleare, perché il mondo intero sarà in ascolto. L’eventuale annuncio dell’annessione del Donbass, magari con i leader separatisti filorussi in collegamento, contiene molti elementi di rischio. Primo perché in quelle regioni l’esercito russo avanza meno veloce del previsto. E poi perché la vaghezza degli obiettivi dell’Operazione militare speciale, tra denazificazione e protezione dei propri confini, potrebbe creare un effetto boomerang. E l’incertezza della situazione del Donbass non aiuta a lenire la frustrazione di chi si domanda cosa ci sta a fare la Russia in Ucraina. Qualche politologo ipotizza una mossa formale, come il ripristino di qualche emblema sovietico. Ma anche qui, ci sono controindicazioni, come l’avversione di parte della popolazione a quel passato recente.
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