L’America e le armi, cambiare non sarò facile

Il fondamentalismo conservatore riportò in auge anche il Secondo emendamento, calandolo senza correttivi in un contesto ovviamente molto diverso da quello del diciottesimo secolo. Ma per i reaganiani e i loro successori, fino ad arrivare ai trumpiani e ai repubblicani di oggi, il paradosso, lo straniamento storico non contano. In quella visione, a suo tempo dottamente argomentata da autorevoli figure, come il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia, il diritto di portare armi è una delle massime espressioni della libertà e quindi dell’essenza degli Stati Uniti d’America.

Naturalmente questa posizione di principio si è poi declinata anche in pratiche di basso cabotaggio. I candidati repubblicani, e diversi democratici, hanno rapidamente capito che la difesa del «Second» era un prerequisito per scalare le istituzioni. La Nra li ha assecondati, foraggiando campagne elettorali da milioni di dollari, appoggiando i pretendenti alla Casa Bianca. L’ultimo è stato Donald Trump.

L’altra parte dell’America, raccolta intorno alla maggior parte del partito democratico, alle associazioni delle vittime delle sparatorie (578 nel 2020; 417 nel 2019; 337 nel 2018), sta cercando da almeno trent’anni di sfondare il blocco avversario così compatto.

Joe Biden è impegnato su questo fronte dal 1994, quando presentò una legge per vietare la vendita dei fucili d’assalto. Ma, ciclicamente, abbiamo visto naufragare un tentativo dietro l’altro.

Anche oggi nel Senato sono ferme diverse norme che per lo meno imporrebbero il controllo sulla salute mentale o sui precedenti penali di chi si vuole procurare un’arma. Ma i democratici non hanno i voti per farle passare. Servirebbe una spallata. Bisognerebbe forzare il regolamento. In teoria basterebbero 50 voti su 100 per procedere a maggioranza semplice. Ma alcuni parlamentari moderati, come il senatore Joe Manchin, si oppongono. L’Amministrazione Biden ha tentato allora anche un’altra strada. Mettere in campo finanziamenti per sostenere le reti sul territorio di assistenza sociale, di aiuto alle persone con disturbi mentali. Niente da fare. Anche questo disegno di legge è bloccato dai repubblicani. Tocca agli americani decidere se sia giunto il momento di cambiare. A novembre si vota per rinnovare la Camera e un terzo del Senato.

CORRIERE.IT

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