Ucraina Russia le news di oggi sulla guerra| Zelensky: «Nessuna cessione territoriale in cambio della pace». Kiev attacca la Nato: «Non fa nulla»
di Francesco Battistini, Andrea Marinelli, Guido Olimpio, Marta Serafini
Le notizie di giovedì 26 maggio sulla guerra, in diretta. II presidente dell’Ucraina contesta Kissinger: «Il suo calendario fermo al 1938». Almeno 56 scuole ucraine colpite dall’inizio della guerra
• La guerra in Ucraina è arrivata al 92esimo giorno: qui lo speciale sui tre mesi di conflitto.
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Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha accusato la Nato di
«non fare letteralmente nulla» per far fronte all’aggressione russa.
• Ministro inglese Truss: «L’aggressione russa non può essere condonata»
• Kiev: «La Russia ha occupato il 95% del territorio della regione di Luhansk»
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Mosca ha offerto ai cittadini di Mariupol la possibilità di ottenere il
passaporto russo con procedura accelerata. Il portavoce del
dipartimento di Stato americano Ned Price ha definito l’iniziativa «un
tentativo di assoggettare gli ucraini».
• Il Moscow Times ha riferito
che la Russia ha approvato un progetto di legge che abolisce il limite
di 40 anni per arruolarsi nelle forze armate.
Ore 08:39 – Ottomila prigionieri ucraini, nel Donbass
La cifra, altissima, arriva da un funzionario delle repubbliche popolari filorusse, citato dall’agenzia moscovita Tass.
Ed è questa: i prigionieri di guerra ucraini detenuti nel Donbass sarebbero circa 8.000.
«Ci sono molti prigionieri», ha detto il funzionario. «Certo, ce ne
sono di più sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk, ma
anche noi ne abbiamo abbastanza e ora il numero totale è di circa 8.000.
E centinaia se ne aggiungono ogni giorno».
Ore 08:31 – Il piano segreto di Boris Johnson per dividere l’Ucraina dalla Russia – e dall’Ue
Di fronte a una
«tensione strisciante fra l’Ucraina e alcuni dei principali Paesi
dell’Unione», e al fatto che «l’élite ucraina si è convinta che nei
palazzi del potere in Germania e in Francia ben pochi si augurino
davvero la sconfitta di Vladimir Putin», Boris Johnson, racconta
Federico Fubini, sta «tessendo la tela» da oltre un mese, nei suoi
viaggi tra Kiev e le altre capitali.
E si tratterebbe di una tela sorprendente: perché il leader
britannico starebbe progettando un nuovo sistema di alleanze politiche,
economiche e militari — alternativo all’Unione europea
— che raccolga Paesi accomunati dalla diffidenza verso Bruxelles e
anche verso la risposta della Germania all’aggressione militare russa.
Johnson avrebbe presentato la sua idea per la prima volta a
Volodymyr Zelensky quando il presidente ucraino lo ha accolto a Kiev il 9
aprile scorso.
Il modello di Commonwealth europeo che Boris Johnson ha in mente
avrebbe la Gran Bretagna come leader e includerebbe, oltre all’Ucraina,
la Polonia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, oltre che
potenzialmente la Turchia, in un secondo momento.
L’articolo integrale di Federico Fubini è qui.
Ore 07:58 – Le pesanti perdite tra le forze di elite russe
Il bollettino
quotidiano dell’intelligence britannica è una lettura obbligata per
intuire il livello di stress dell’esercito russo (sul quale Londra si
concentra ben più di quanto faccia con le forze di Kiev).
Secondo Londra, «l’esercito russo sta registrando perdite
significative in molte delle sue unità d’élite», e «le forze
aviotrasportate sono state pesantemente coinvolte in diverse operazioni
fallimentari dall’inizio dell’invasione».
Le forze aviotrasportate — scrive l’intelligence militare
britannica — sono composte da circa 45.000 uomini, principalmente
soldati professionisti a contratto.
Sono state impiegate in missioni più adatte alla fanteria corazzata
più pesante e ha subito pesanti perdite durante la campagna, che
probabilmente riflette una cattiva gestione strategica di questa
capacità e l’incapacità della Russia di garantire la superiorità aerea.
Ore 07:41 – La linea dura della Gran Bretagna
Che la posizione della Gran Bretagna, nei confronti della guerra in Ucraina, sia tra le più dure in assoluto, non è un mistero.
A ribadire la posizione contraria a ogni ipotesi di «appeasement» sarà oggi la ministra degli esteri di Londra, Liz Truss (che Luigi Ippolito aveva intervistato qui, pochi giorni fa).
Durante una visita in Bosnia Erzegovina — secondo quanto anticipa il
«Guardian» — Truss sosterrà la necessità di far pervenire più aiuti
militari all’Ucraina e di adottare ulteriori sanzioni contro la Russia.
«L’aggressione della Russia non può essere placata. Deve essere
contrastata con forza», dirà, spiegando che l’atteggiamento conciliante
adottato nei confronti del presidente russo Vladimir Putin dopo le
guerre in Georgia e Crimea non ha prodotto risultati.
Qui il punto di Gianluca Mercuri sulle tre vie d’uscita possibili dal conflitto — a tre mesi dal suo inizio.
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