Salvini in Russia: lo stupore e il fastidio a Palazzo Chigi per il viaggio a Mosca. Letta: idea strampalata, va dove gli batte il cuore
Forse anche per questi motivi ieri sera sia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che il presidente del Consiglio mario Draghi venivano descritti da fonti di governo quantomeno infastiditi, per usare un eufemismo, dalla sola ipotesi di un viaggio. È anche possibile che la partenza, per quanto organizzata e ormai decisa dal leader della Lega, possa essere derubricata per motivi di inopportunità.
Dalla maggioranza, il leader del Pd Enrico Letta critica l’«iniziativa strampalata e senza utilità»: «Salvini va dove gli batte il cuore». Accusa alla quale il leader del Carroccio, sempre ai microfoni di Radio Uno, ha risposto: «Perché strampalate? Parlare con i governi è una iniziativa strampalata? Non vado mica a giocare a bocce, non vado mica a vedere il Milan. Si parla con i governi e le istituzioni».
Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra il leghista si recò in missione umanitaria in Polonia. In visita a Przemysl, vicino al confine con l’Ucraina, il leader della Lega fu ricevuto con un’accoglienza inaspettata: il sindaco della città polacca, Wojciech Bakun, gli mostrò una maglietta con il volto di Putin, rievocando la vicinanza del segretario leghista al leader russo, e invitandolo ad andare al confine ucraino, per condannare il capo del Cremlino.
«Noi siamo qui per salvare le persone» fu la risposta di Salvini, che fu oggetto di contestazione anche da parte di un gruppo di italiani. In quel caso, nonostante le critiche, il leader della Lega rivendicò un ruolo nella partecipazione all’assistenza di alcune decine di famiglie e bambini di profughi ucraini, «purtroppo è solo una goccia, ma se ognuno farà la sua parte, anche con questi piccoli gesti, la pace sarà più vicina».
In quel caso non era ancora iniziata la critica progressiva di Salvini all’invio di armi alla resistenza ucraina, né alcuni distinguo del suo partito sulle ragioni e i torti della guerra. Allora, interpellato dai cronisti italiani, Salvini usò queste parole: «Io sono qua per la pace e condanno la guerra, condanno le bombe». A chi gli chiedeva se era pronto a condannare Putin aggiunse: «Certo, ovvio, chiunque condanna la guerra».
CORRIERE.IT
Pages: 1 2