Ucraina Russia, news sulla guerra di oggi | Johnson invia a Kiev nuovi lanciarazzi. Navi russe verso l’Africa con il «grano rubato»
di Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi e Redazione Online
Le notizie di lunedì 6 giugno sulla guerra, in diretta. Il Regno Unito fornirà all’esercito di Kiev lanciarazzi con un raggio di 80 chilometri per contrastare l’offensiva russa
• La guerra in Ucraina è arrivata al 103esimo giorno. E dopo oltre un mese, le bombe tornano a Kiev. Un bombardamento russo ha colpito ieri all’alba una fabbrica nella zona orientale della capitale ucraina: «obiettivo militare», per Mosca.
• «I russi controllavano il 70% di Severodonetsk,
ma nel giro di due giorni sono stati respinti, ora la città è divisa a
metà», ha detto il governatore di Lugansk Serhiy Gaidai.
• La consegna di nuove armi a Kiev da parte dei suoi alleati – secondo il presidente russo Vladimir Putin – ha il solo obiettivo di «estendere il conflitto il più possibile». «Se l’Ucraina avrà missili a lungo raggio – avverte – colpiremo nuovi siti». Kiev all’Occidente: serve aiuto costante fino alla vittoria.
• Mosca attacca Roma: campagna italiana anti russa. Di Maio replica: basta mistificazioni
Ore 08:55 – Kiev: «Severodonetsk sotto attacco russo, colpite città vicine»
Continua l’assalto russo su Severodonetsk, nella regione di Luhansk, dove le forze armate di Mosca stanno lanciando colpi di mortaio e di artiglieria contro i soldati ucraini che difendono la città. Lo riferisce l’esercito ucraino, spiegando che nell’attacco russo sono anche state colpite le vicine città di Slovyansk, Lysychansk e Orikhove. Danneggiate, inoltre, infrastrutture nelle città di Metolkino, Borivske, Ustynivka e Toshkivka, secondo l’ultimo rapporto diffuso dallo stato maggiore delle forze armate ucraine. Le forze russe stanno anche bombardando le infrastrutture civili degli insediamenti di Chernihiv e Sumy.
Ore 08:42 – Salvini: spero non serva votare su nuove armi
«Spero che non ci sia bisogno di votare un nuovo invio di armi e che si voglia usare la diplomazia». Sono le parole del segretario della Lega Matteo Salvini ai microfoni di del programma Aria pulita su 7 gold, rispondendo alla domanda su cosa voterebbe. Prima possibile bisogna aprire «Il tavolo di dialogo, che potrebbe essere in Turchia, a me piacerebbe fosse in Vaticano, e poi saranno Ucraina e Russia a decidere».
Ore 08:21 – 31.250 soldati, e 14 generali
Sarebbero 31.250 i soldati russi
che hanno perso la vita nel corso di questi 103 giorni di guerra in
Ucraina. A fornire il conteggio sono le forze armate di Kiev: come
sempre, non ci sono conferme ufficiali da parte di Mosca.
Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora dall’esercito
russo, lo Stato maggiore di Kiev indica anche di aver distrutto 176
elicotteri e 551 droni, 1.386 carri armati, 690 pezzi di artiglieria,
3.400 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 125 missili da
crociera e 13 navi.
A fare rumore, però, oltre a queste cifre (immense), è il conteggio dei generali di Mosca che sarebbero caduti nel corso della «operazione speciale»:
se venissero confermate le morti di Berdnikov e di Kutuzov, sarebbero
almeno 14 gli alti ufficiali di Mosca uccisi dalle truppe di Kiev.
Ore 07:53 – I prezzi che salgono (anche da noi)
«Non ci fosse la
guerra, sarebbe la grande storia di oggi: l’inflazione rialza la testa,
torna in Italia e in Europa un animale che i più giovani non sapevano
neanche esistesse. Ma con quali conseguenze?».
Sono queste le prime parole del primo numero di Whatever it takes,
la nuova newsletter settimanale firmata da Federico Fubini, e dedicata
agli abbonati al Corriere della Sera (ma la si può provare gratis per 30
giorni; basta cliccare qui).
La risposta non è immediata, ma Fubini spiega, anzitutto, le differenze tra l’inflazione in Europa e quella negli Stati Uniti:
«L’inflazione che abbiamo in Europa e in Italia è frutto del rincaro
dei prodotti importati, a partire dagli aumenti dell’energia (più 39%
annuo) e del cibo (più 8% circa). Al netto di questi, il carovita non
sta mettendo radici. Non ce n’è ancora evidenza, almeno. E questa è una
differenza fondamentale con gli Stati Uniti»
Il problema, però, è che «in primavera la fiducia dei consumatori ha
messo a segno dei crolli da record, in Europa e in Italia. I rincari di
guerra – alla pompa di benzina, al supermarket – portano le famiglie a
tagliare su altre spese».
Come può reagire la Bce? Fubini indica una linea che eviti i rischi
di chi vuole «giocare a fare lo sceriffo»: ed è quella dell’italiano
Fabio Panetta: «se la Banca centrale si intestardisce a riportare molto
in fretta l’inflazione al 2% – non potendo lei stessa produrre da
Francoforte gas e petrolio a basso costo – dovrà distruggere la domanda e
far crollare i prezzi di tutto ciò che non è energia. Cioè, deve
riportarci in recessione. E rischiare di mandare alle stelle lo spread
dell’Italia. Sarebbe la replica degli errori – passati ormai nei libri
di storia su cosa non fare – che la Bce commise nel 2008 e nel 2011,
quando alzò i tassi durante la peggiore crisi dal 1929.
Questa settimana il vertice della Bce torna a riunirsi per discutere
le prossime mosse. Un ritocco ai tassi in estate sarebbe comunque
ragionevole. Ma speriamo non decida di festeggiare… come fosse il
2011».
Qui la newsletter integrale, qui il pulsante per poterla ricevere, ogni lunedì.
Ore 07:41 – Le armi occidentali, Kiev e l’Isola dei serpenti
Il quotidiano
bollettino dell’intelligence militare britannica — per quanto
tendenzialmente sempre «favorevole» a Kiev — resta una lettura
obbligata, ogni mattina, per capire che cosa si stia muovendo sul campo
di battaglia, e dove siano puntati gli occhi degli 007 occidentali.
I punti di attenzione sono tre, nel bollettino odierno:
• L’attacco a Kiev di ieri:
«Alle prime ore del mattino di domenica 5 giugno, missili russi Kh-101
lanciati da caccia di Mosca hanno colpito infrastrutture ferroviarie a
Kiev — con ogni probabilità un tentativo di impedire il rifornimento di
armi occidentali verso le zone di combattimento, a Est». È la «guerra dei convogli» di cui hanno parlato Andrea Marinelli e Guido Olimpio, qui.
• Il Donbass:
«Pesanti combattimenti continuano nella città – contesaa – di
Severodonetsk. Le forze russe spingono verso Sloviansk, e il loro
tentativo è quello di circondare le truppe ucraine».
• Il mare: «Dopo aver perso
il Moskva ad aprile, le forze russe hanno spostato diversi sistemi di
difesa missilistica sull’Isola dei Serpenti, per fornire copertura aerea
alle navi che operano nell’area. Quest’attività contribuisce a rendere
effettivo il blocco navale delle coste ucraine, e impedisce la ripresa
del commercio marittimo — compreso l’export di grano». Con quali conseguenze, lo spiegano Milena Gabanelli, Danilo Taino e Massimo Sideri, qui.
Pages: 1 2