Sanzioni alla Russia, il negoziato più duro su petrolio e gas: Draghi strappa l’intesa in extremis

Ciascuno dei leader ha interessi da difendere, e un’opinione pubblica a cui rendere conto. Draghi ha deciso di andare fino in fondo nella battaglia per introdurre il tetto al prezzo del gas. Il premier italiano ha il pieno sostegno di Macron e della Commissione europea. La commissaria all’Energia Kadri Simson dice di temere «un peggioramento della situazione delle forniture» per via (questa la ragione ufficiale addotta dai russi) di un intervento di manutenzione ad una delle turbine del gasdotto Nord Stream. Il terrore di una ritorsione russa sulle forniture è la ragione che fa ondeggiare il governo di Berlino. Nonostante il sostegno del ministro verde dell’Economia Robert Habeck, le resistenze di Olaf Scholz e dell’industria tedesca non sono vinte: Scholz non può contare – come l’Italia – su tre gasdotti alternativi a quelli russi.

A tarda sera le versioni possibili del comunicato nella parte dedicata al gas sono le più varie: si va dall’ipotesi di un riferimento generico a un tetto ai prezzi dell’«energia» ad un rinvio alle decisioni del Consiglio europeo. Il fatto che Draghi non abbia avuto la meglio nella riunione dei Ventisette della scorsa settimana non è di sostegno alla linea italiana. Biden non ha obiezioni di principio, ma non è intenzionato a mettere sotto pressione Scholz e – nei fatti – tutti i partner europei. L’impegno che Draghi riesce a strappare è il mandato ai ministri dell’Energia del G7 «di studiare con urgenza l’applicazione di un price cap» sui prodotti energetici. L’urgenza serve al premier per tenere sotto pressione i Ventisette, decisi a rimandare tutto ad ottobre.

Insomma, se c’è un argomento che permette ancora a Putin di dividere l’Occidente, è quello dell’energia. Lo testimonia per altre ragioni una notizia filtrata a tarda ora da fonti americane: questa mattina Biden avrà un incontro a margine del G7 con Johnson, Macron e Scholz. La ragione dell’esclusione di Draghi dal vertice ristretto sarebbe l’oggetto dell’incontro: l’Iran e la ripresa dei negoziati a Doha sul nucleare con l’inviato americano. I rapporti con Teheran e gli interessi dell’Eni nell’area sono sempre stati il tallone d’Achille fra Roma e Washington. Ma da Palazzo Chigi garantiscono che, annunciato o meno, il premier sarà presente all’incontro

LA STAMPA

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