Centrodestra, la paura dei tre leader: vincere nei sondaggi ma perdere nelle urne

Basta ascoltare i commenti sul voto. Berlusconi predica l’unità, salvo razzolare malissimo quando segnala che la destra vince se si affida a candidati di centro, vale a dire i suoi. Saranno contenti i Fratelli d’Italia, trasformati nei portatori d’acqua dei “berluscones”. Meloni in un video bersaglia Salvini senza farne il nome, che però è trasparente: lo accusa di avere sabotato il candidato sindaco di Verona, di averlo mollato mentre ancora avrebbe potuto recuperare lo svantaggio, e Matteo (racconta chi gli sta intorno) si è dovuto mordere la lingua: avrebbe avuto voglia di rispondere a tono, rinfacciandole una fila di prepotenze, di “ukase” accompagnate da mancanza di coraggio come quando Sboarina ha rifiutato di apparentarsi con Tosi, e lei avrebbe dovuto prenderlo per le orecchie anziché allargare le braccia. Un Capo con la maiuscola deve assumersi le proprie responsabilità.

Ma poi, per quieto vivere, Salvini ha preferito incontrare il presunto nemico Giancarlo Giorgetti e, insieme, confermare ad Attilio Fontana che nessuno gli sfilerà la poltrona, sarà di nuovo lui (non Letizia Moratti) a guidare la Regione Lombardia, elettori permettendo: pacche sulle spalle, sorrisi, battute a voler dimostrare che il Capitano è ancora saldo al comando, se mai qualcuno avesse dubitato, né teme «pronunciamenti» per cacciarlo prima delle elezioni. Le somme si tireranno dopo le urne perché nulla è scontato, nemmeno il primato della Meloni che «sfonda solo sui giornaloni ma non tra gli elettori», si consolano a Via Bellerio, quasi fosse per loro una buona novella.

In sintesi: nei sondaggi tra un voto e l’altro il centrodestra non ha rivali. Ma quando deve misurarsi nelle elezioni vere, quello schieramento fa da un po’ di tempo cilecca. Troppe rivalità tra i leader, troppa confusione di idee, troppe anime divise. Guido Crosetto ne fa il censimento: «C’è la destra populista, la liberale, la cattolica, la libertaria, la fascista, l’antifascista, di tutto». Tramontato l’astro del Cavaliere, nessuno che sappia più tenere questi mondi insieme.

LA STAMPA

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