L’Ue fissa l’obiettivo: stoccaggi di gas all’80% entro l’autunno
La mossa è infatti importante per più ragioni. In primo luogo, apre una breccia nel coinvolgimento pressoché totale delle regole di concorrenza europee nel settore del gas naturale, sottoposto a sconvolgimenti, specualzioni e caos negli ultimi mesi a cui Paesi come l’Italia vogliono ovviare con politiche originali. In secondo luogo, così facendo, offre una prima sponda a politiche in discontinuità e più ambiziose come il tetto ai prezzi agognato da Mario Draghi su cui, ad oggi, l’Europa continua a nicchiare: non siamo ancora al controllo del costo e alla politica di acquisti comuni, ma gli stoccaggi condivisi possono aiutare a creare le fondamentali economie di scala che servono per razionalizzare i costi per gli operatori europei. Infine, si pone un principio di solidarietà che potrà essere attrattivo per stabilizzare il mercato intereuropeo e porre le basi per regole simili in altri settori critici.
Vi è però, insita nelle dichiarazioni del Consiglio, una sostanziale ammissione di debolezza circa l’impatto della crisi sulle disponibilità di gas: tradizionalmente l’80% non è l’obiettivo delle politiche di approvvigionamento, che cercano una soglia ancora maggiore al 90%. Il fatto che tale target sia indicato per il secondo inverno e non per il primo segnala che per l’anno in corso l’Ue si aspetta un colpo importante della guerra economica con la Russia e che in diversi Paesi, Germania in testa, l’obiettivo del 90% potrebbe non essere raggiunto. Non vi è inoltre alcuna dichiarazione esplicita dei costi che questa manovra avrà: sarebbe interessante se l’Ue trovasse le risorse per finanziarle anche in un’ottica di transizione energetica (più gas a meno prezzo vuol dire meno carbone per sostituirlo) e creare un’agenda veramente comune. Perché quando si pone un principio importante è poi vitale trovare le risorse per porlo in applicazione.
INSIDEOVER
IL GIORNALE
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