Salvini: flat tax fino a 70 mila euro Letta: «Tagliare il cuneo fiscale»

di Enrico Marro

Tasse, lavoro, bollette, pensioni. Sono i temi economici a infiammare la campagna elettorale. In un fiorire di proposte che però trascurano i costi delle stesse e chi dovrebbe pagarli. Il centrodestra rilancia la flat tax, ovvero l’aliquota unica: del 15%, secondo la Lega, del 23% secondo Forza Italia, mentre il programma di coalizione fa riferimento alla «flat tax incrementale» cioè solo sul reddito dichiarato in più rispetto agli anni precedenti, cara a Fratelli d’Italia. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, assicura che «la flat tax riguarda i redditi fino a 70 mila euro. Non riguarda Berlusconi, come dice Calenda», il capo di Azione. Ribatte sarcastico Luigi Marattin, di Italia viva, alleata con la stessa Azione: «Ci è voluto un po’, ma finalmente la Lega ha ammesso che la loro aliquota è flat solo entro certi limiti, poi cambia, come in un normale sistema a scaglioni». Ma lo stesso Berlusconi insiste, citando l’economista americano Arthur Laffer: «L’Italia sarebbe il luogo ideale per una flat tax. Una sola aliquota e tasse mediamente più basse sono una ricetta per lo sviluppo».

Cinque misure contro il caro bollette

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, preferisce invece spostare l’attenzione su un’altra proposta forte del suo programma: «Chi più assume, meno tasse paga». Si tratta di una «super deduzione del costo del lavoro per chi aumenta il numero degli occupati rispetto agli anni precedenti». Il segretario del Pd, Enrico Letta, punta invece sula riduzione del cuneo sul lavoro: «Per noi la misura fiscale più importante del quinquennio sarà concentrare tutte le energie sul taglio del cuneo per consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di avere alla fine dell’anno una mensilità in più». Ma Letta apre anche il fronte delle misure contro il caro energia, proponendo un pacchetto di cinque misure: «Tetto nazionale al prezzo dell’energia elettrica; un contratto luce sociale per le famiglie in difficoltà; prezzi amministrati per 12 mesi; il raddoppio del credito di imposta per le imprese energivore e le altre imprese che hanno affrontato extra costi; un tetto europeo al prezzo del gas». Calenda, invece, sulla scia dell’Agenda Draghi a lui cara, si dice «favorevole che extra profitti vengano integralmente usati per abbassare le bollette e, se questo non basta, il prezzo va fissato dal governo». Ma il leader di Azione polemizza con Letta affermando che «non si deve dire no al gas egiziano come dice Letta, perché è una follia».

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