Elezioni 2022, il M5S recupera voti e sogna la «remuntada» puntando su giovani, donne e Sud

di Emanuele Buzzi

Il testa a testa con la Lega e la strategia di attacco a sinistra. Pagnoncelli di Ipsos: il reddito di cittadinanza gioca un ruolo

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Giuseppe Conte

C’è chi scherzando parla di «remuntada», chi per scaramanzia non vuole commentare, chi invece attacca il Pd e ringrazia sarcasticamente per «gli errori dei dem». Di sicuro i recenti sondaggi hanno messo buonumore ai Cinque Stelle e creato discussione nel partito. Gli ultimi dati Ipsos vedono gli stellati appaiati alla Lega al 13,4%: un testa a testa per salire virtualmente sul podio dei principali partiti d’Italia. I numeri — chiarisce Nando Pagnoncelli, che guida Ipsos — sono da prendere con le pinze perché «il livello di attenzione dei cittadini per la campagna elettorale in corso è stato finora molto basso».

Per il Movimento, però, si tratta di un parziale progresso dopo un calo estivo degli orientamenti di voto e della fiducia in Conte «dovuto alla caduta del governo e alla fine dell’alleanza con il Pd», analizza Pagnoncelli. Che spiega così la ripresa: «La battaglia in solitaria e il recupero di alcuni valori originari hanno spostato il consenso, attirando chi si collocava precedentemente nell’area dell’astensione». «Conte — afferma il numero uno di Ipsos — è riuscito a evitare la trappola del ritorno al vaffa e si sta ritagliando un ruolo da avvocato del popolo». La situazione è favorevole soprattutto nelle regioni meridionali e il leader cattura il consenso in particolare di donne e giovani. Una funzione fondamentale la ce l’ha anche il reddito di cittadinanza, misura di bandiera del Movimento. Secondo gli ultimi dati Inps i beneficiari della misura sono 443mila persone al Nord, 340mila al Centro e oltre 1,7 milioni al Sud e nelle Isole. «Sicuramente il reddito di cittadinanza gioca un ruolo importante», sostiene Pagnoncelli, che a proposito di una deriva «sudista» del M5S sottolinea come l’obiettivo degli stellati al momento sia «invertire il trend negativo e contenere il forte calo registrato negli ultimi anni, in modo da avere una rappresentanza parlamentare di una certa rilevanza».

I numeri del 2018 sono lontani. Pagnoncelli ricorda come l’elettorato sia cambiato: «Oggi è prevalentemente di centrosinistra e sinistra. Il posizionamento progressista può avvantaggiare il centrodestra, che non subisce più una erosione di voti come avvenne nel 2018». Di sicuro, la collocazione a sinistra sta provocando malumori tra i dem, che si vedono drenare il bacino elettorale.

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