Smart working: il rientro
Sandra Riccio
Con il nuovo mese lo smart working è cambiato. Il 1° settembre è scattato per tutti il ritorno al lavoro in presenza, a meno di firma di accordi con l’azienda per mantenere almeno una parte di lavoro agile. E intanto si lavora alla proroga dello smart working fino al 31 dicembre per i lavoratori fragili e per i genitori di figli con meno di 14 anni.
Le novità sullo smart working sono state inserite nel decreto ministeriale di attuazione della norma contenuta nel decreto Semplificazioni (pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 agosto). La legge semplifica le procedure per la richiesta del lavoro agile e prova così a rendere questa formula più accessibile anche dopo la fase emergenziale che ha caratterizzato gli ultimi due anni e mezzo: i datori di lavoro dal primo settembre hanno la possibilità di inviare in modo semplificato i nominativi per via telematica con uno snellimento delle procedure che rende l’utilizzo della modalità agile più conveniente per l’azienda e riduce il lavoro per l’amministrazione pubblica.
Per i lavoratori fragili e per i genitori di figli sotto i 14 anni si aprono nuovi spiragli. Il decreto Aiuti bis, nonostante le richieste del ministro del Lavoro Andrea Orlando, non aveva prorogato la possibilità del lavoro agile per queste due categorie, il cui diritto era cessato a inizio agosto. Il tema è molto sentito. Il nodo era rappresentato dalla copertura economica per il settore del pubblico. Ora ci sarebbe un emendamento di Orlando da presentare in sede di conversione del dl Aiuti bis al Senato che darà la possibilità di chiedere lo smart working anche dopo il 31 agosto senza che sia necessario l’accordo individuale. La relativa copertura per i lavoratori del settore pubblico sarebbe stata reperita con fondi del ministero del Lavoro.
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